Investimenti

Gli imprenditori di Parma sostengono le startup: accordo fra Borealis e Iff

Andrea Violi

Gli imprenditori di Parma supportano le startup. Quelli che fanno parte di Borealis, in particolare, si «alleano» con il fondo di venuture capital Iff. L'acronimo sta per Italian Founders Fund; la missione è finanziare la crescita delle imprese innovative più promettenti. L'accordo fra Borealis e Iff è stato suggellato da un incontro con gli imprenditori parmigiani avvenuto a Pilastro, durante un'iniziativa della holding Synergetic Group. Spiegano i dettagli Paolo Alinovi, amministratore unico di Borealis e senior partner di Agfm, e Lorenzo Franzi, che guida Iff. Un fondo che considera Parma appetibile e valuterà progetti legati al territorio.

«L'esperienza e la competenza di Lorenzo Franzi sono interessanti: a livello locale può trasmettere questo tipo di conoscenza e far conoscere Iff anche sul territorio», dice Alinovi. Borealis, nato fra 2016 e 2017, «è un veicolo di investimento che abbiamo costituito come Agfm aggregando alcuni imprenditori della città, fra cui Synergetic, per effettuare investimenti nell'ambito delle startup. Complessivamente abbiamo fatto una ventina di investimenti, ad esempio su SumUp, Supermercato24, Soldo, TransferGo e altri. Ora gestiamo gli investimenti in corso e ci concentriamo su Italian Founders Fund. Su Iff abbiamo un commitment di quasi 3 milioni».

«Italian Founders Fund parte all'inizio del 2023, con l'obiettivo di mettere insieme un buon numero di imprenditori italiani a supporto della prossima generazione di imprenditori - puntualizza Franzi -. Il fondo ha un team dedicato a tempo pieno a valutare opportunità di investimento, crea un portfolio con un giusto livello di diversificazione. Abbiamo voluto creare un team di altissimo livello. Io sono tornato dall'estero per lanciare questo progetto; gli altri membri del team hanno lavorato in Inghilterra e Stati Uniti, tutti nel mondo del venture capital e spesso con esperienze imprenditoriali. Tutti sanno cosa significa essere in una startup: un elemento raro tra i fondi tradizionali. L'elemento centrale del progetto: gli imprenditori vogliono dare una mano quando possono essere utili alle startup».

Il team di Iff è composto da cinque persone, che presto diventeranno sei, ma grazie al legame con Koinos Capital Sgr si arriva a una quindicina di esperti. «Abbiamo fatto 18 investimenti, che nei prossimi giorni diventeranno 20. E abbiamo raccolto 55 milioni dagli investitori privati. Dopo il successo di questo progetto, è arrivato l'interesse di Cdp (Cassa Depositi e Prestiti, ndr). Con loro abbiamo creato un veicolo chiamato Iff Expansion, in cui loro hanno investito 35 milioni e dedichiamo il nostro capitale per un secondo investimento», aggiunge il numero uno di Iff.

Le startup infatti spesso raccolgono un primo investimento ma per consolidarsi e crescere hanno bisogno di un secondo round di finanziamenti. Ed è qui che può inserirsi il fondo. «Parte della nostra missione è portare capitale esteri a co-investire qui - aggiunge Franzi -. Il secondo verticale che facciamo è investire su italiani all'estero. Un terzo verticale che abbiamo è aiutare startup estere a lanciare le loro attività in Italia». E da dove arrivano questi capitali? «Dai Paesi in cui gli italiani hanno maggiore successo: Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Svizzera principalmente. Siamo sempre nell'ambito del digitale ma non ci concentriamo su un settore particolare. Vediamo però certe concentrazioni: molto software, soprattutto per il mondo B2B, e ingegneri qualificati nel mondo dell'Intelligenza artificiale». Quanto alla sostenibilità, ormai elemento ricorrente, è un elemento importante per Iff ma c'è una strategia specifica.

Il Parmense è un mercato interessante: «A Parma c'è un Dna imprenditoriale importante e speriamo di trovare opportunità di investimento qua - dichiara Franzi -. L'elemento straordinario è la quantità di medie e grandi imprese operative in queste zone, dove la curiosità dell'innovazione è molto presente. Diverse delle startup in cui abbiamo investito sono venute a provare a sfruttare questa rete, presentando il loro software alle aziende tradizionali. Anche nell'agritech c'è eccellenza».

Le condizioni principali per essere finanziati: essere imprenditori con un potenziale di crescita e avere un modello di business che garantisca un forte ritorno. «Dal fondo principale di 55 milioni, noi investiamo un milione - spiega Franzi -. Dobbiamo poter vedere che questo milione diventa almeno 25, se le cose vanno veramente bene. Dobbiamo vedere un imprenditore, una visione e un mercato che riescono a convincerci che sui prossimi 5-10 anni avremo questo risultato. Vogliamo un imprenditore che mostri ambizione, ritmo, velocità di interazione».

Alinovi e Franzi citano una startup di successo con forti radici locali: Jet HR, piattaforma per la gestione del personale creata dal parmigiano Marco Ogliengo, già founder di ProntoPro. «Jet HR - dice Franzi - è il nostro primo investimento. È un consulente del lavoro digitale, in pratica, che sta avendo una crescita spaventosa ed è stato capace di sfruttare questo network per crescere rapidamente dall'inizio».

Andrea Violi