COMUNE

Mense scolastiche: ennesimo scontro sui rincari e sul nuovo appalto

Pierluigi Dallapina

Continua a far discutere il rincaro delle rette delle mense scolastiche - dopo 12 anni di prezzi bloccati - deciso dall'amministrazione comunale, ma non richiesto dall'attuale gestore. Dopo le scintille scoppiate a inizio settembre durante la commissione Scuola e giovani, quando vennero rivelati i rincari a partire dal primo gennaio 2026 per le scuole dell'obbligo, la protesta è andata avanti ieri sera, durante la seconda convocazione della commissione, in vista del voto del consiglio comunale di lunedì. Un voto che prevede scintille e fuoco amico dai banchi della maggioranza. L'anticipazione di quello che potrà succedere è avvenuto nelle prime battute di una commissione durata oltre due ore e mezzo e chiusa all'ora di cena (erano le 20).

Ines Seletti, consigliera di maggioranza del gruppo Effetto Parma, è partita con una raffica di domande, in tono palesemente critico, in merito al nuovo appalto del servizio mensa in tutte le scuole comunali di Parma, dai nidi alle scuole dell'obbligo. Il progetto è stato presentato da Camst, ma il servizio andrà a gara, anche se è prevista per legge la prelazione per il proponente.

Uno dei punti più contestati è la durata (15 anni per un appalto che supera i 150 milioni di euro). Critiche anche sul modello gestionale. «I controlli li farà un soggetto esterno - si lamenta Seletti - ma così il Comune perde il rapporto diretto con le famiglie con le quali va mantenuto un filo diretto». A margine della commissione, dopo essersene andata dall'aula, polemizza con l'assessora Caterina Bonetti: «Non è stata data ai consiglieri l'opportunità di valutare con calma tutta la documentazione relativa ad un appalto complesso, che riguarderà un servizio dato in concessione per 15 anni. Faremo una nuova commissione?». La risposta è no: la delibera sarà votata lunedì. Sui tempi di consegna della documentazione sono arrivate critiche anche da Federica Ubaldi (Civiltà parmigiana) e Laura Cavandoli (Lega).

Seletti, che è stata assessora alla Scuola nell'ultimo mandato del sindaco Pizzarotti, critica poi le cifre stimate per il miglioramento di 55 cucine (tra sostituzione degli elettrodomestici, miglioramento dei locali e degli arredi): «I prezzi non sembrano in linea con il mercato: All'epoca poi avevamo sempre investito nella sostituzione degli elettrodomestici». E ancora: «Una volta passati i 15 anni, posto che elettrodomestici e arredi risentiranno dell'invecchiamento, quale sarà il valore dell'investimento privato che resterà al Comune?».

Federica Ubaldi torna a criticare i rincari. «Non li ha chiesti l'attuale gestore. Pagare quasi 200 euro in più all'anno per chi ha un Isee di 12mila euro è una cifra importante». Sandro Campanini, capogruppo Pd, va in soccorso dell'amministrazione: «Ingeneroso parlare di stangata».

Anche Ubaldi denuncia un presunto allentamento dei controlli sulla qualità del servizio mensa da parte del Comune: «È importante mantenere un rapporto diretto con gli utenti. Le informazioni arriveranno attraverso Camst?». Caterina Bonetti, assessora alla Scuola, risponde: «Cercheremo di rafforzare il controllo interno».

Capitolo pasti. Enrico Ottolini (Europa verde) suggerisce una dieta sempre più vegetaria/vegana: «Gli alimenti di origine animale hanno un maggiore impatto ambientale». Cavandoli è scettica: «Per tanti bambini il pasto a scuola è quello principale. Valorizziamo la dieta mediterranea e le tante eccellenze del territorio».

Su questo punto è d'accordo anche l'assessora Bonetti. «A Natale è giusto che i bambini mangino i cappelletti, fanno parte delle nostre tradizioni». Cappelletti? «Sì lo so, a Parma mangiamo gli anolini», si corregge a margine della commissione, ma ormai la frittata è fatta.

Pierluigi Dallapina