COMUNE
L'assessora Bonetti: "Mense scolastiche e rincari: garantiti i più fragili. E non faccio l'assaggiatrice"
Rispetto a quanto discusso in Consiglio Comunale nella seduta di lunedì e alla successiva uscita dalla maggioranza della consigliera Seletti credo sia necessario fare un po’ di chiarezza.
Il comune non gestisce direttamente (con suoi cuochi, acquisti delle derrate…) le mense scolastiche, né lo faceva negli scorsi mandati. La gestione è sempre stata in appalto e l'attuale gestione è in essere da 12 anni. Questo significa che le accuse di "svendita" del servizio - che avverrebbe per la gestione da parte di un soggetto privato - non è un tema. I pasti verranno preparati e gestiti come prima da una ditta specializzata in ristorazione. La gestione in appalto ha le stesse caratteristiche di servizio del project (preparazione pasti, distribuzione...) quello che cambia sono gli investimenti fatti dal soggetto che vincerà la gara (oltre 7 milioni di euro) e la gestione degli insoluti (le quote che non vengono pagate dagli utenti). Bene ricordare poi che sia l'appalto di gestione che l'affidamento sono modalità che vanno a gara e che la gara è strutturata dal Comune, su base di precise necessità d'indirizzo e vincoli per l'esecuzione.
Anche i controlli rimangono gli stessi, gestiti da una ditta specializzata, il menù verrà realizzato dal comune, così come la scelta delle tariffe e la compensazione delle rette di chi paga una quota inferiore del costo pasto. Venendo ai costi in capo alle famiglie, l’adeguamento si è purtroppo reso necessario per l’aumento dei costi di personale, materie prime, trasporti ed energia. Le tariffe non sono cambiate negli ultimi 12 anni, eppure nel 2013 un caffè al banco costava 90 centesimi, ora 1,40. Dal 2019 il costo della spesa alimentare per gli italiani ha segnato un +30%: i bilanci dei comuni non godono di un'esenzione rispetto agli aumenti e le risorse che gli enti ricevono non si moltiplicano esponenzialmente in base al caro vita. Per continuare a garantire un servizio di alta qualità ai cittadini un adeguamento era quindi necessario. A fronte di questo abbiamo però deciso di creare 3 nuovi scaglioni isee di contribuzione, per differenziare gli aumenti tutelando i redditi medi e bassi. Una scelta che ha portato qualcuno a sostenere la tesi delle tariffe più alte in regione. Il tema è posto male. Rispetto ad altri comuni abbiamo fasce contributive diverse perché pensiamo, ad esempio, che non sia giusto far pagare la stessa retta a una famiglia con isee 9.000 euro e una da 50.000, mentre altri comuni capoluogo lo fanno. Si tratta di un principio, che rivendichiamo, di sussidiarietà. In questi anni poi il comune ha investito moltissimo nei servizi educativi, che - ricordo - sono dopo il welfare la seconda voce di spesa dell'ente. Non tutto si riduce alla ristorazione, cerchiamo di ampliare lo sguardo e di parlare anche di scelte d'indirizzo generali. Negli ultimi anni sono state assunte a tempo indeterminato 88 figure fra maestre ed educatrici, alcune stabilizzate dopo anni di precariato, alcune assunte da concorso. Garantire dignità al lavoro e continuità educativa ai bambini soprattutto in una fascia d'età così delicata è una precisa linea d'indirizzo. Sono stati ampliati i posti del tempo prolungato nei nidi e scuole infanzia (dalle 16 alle 18) per venire incontro ai temi di conciliazione vita lavoro delle famiglie, con una consistente riduzione delle liste d'attesa sui nidi e l'azzeramento di quelle sull'infanzia. Abbiamo attivato una nuova convenzione con i gestori scuole infanzia paritarie che ha portato, insieme ad altri interventi, all’abbattimento dell’80% delle liste d’attesa. Sono stati inseriti a bilancio nuovi importanti stanziamenti (oltre un milione di euro) per l'inclusione scolastica di bambini con disabilità. Si possono discutere sempre le priorità, personalmente ritengo che la qualità del lavoro educativo, il sostegno alla conciliazione e l'inclusione dei più fragili siano prioritari. Se un soggetto privato può portare avanti gli investimenti su cucine e refettori mantenendo comunque la governance in capo al Comune, perché dovremmo dedicare quelle risorse a materiali di cucina e arredi e non a questi temi? Infine un breve commento sul nuovo posizionamento della consigliera Seletti e sulle critiche emerse in queste ore. Sicuramente non è stata la notte che ha portato consiglio. Come la consigliera ha ammesso in prima persona il dialogo con il centro destra per "fermare" l'iter delle mense andava avanti da tempo: non un fulgido esempio di correttezza politica. La consigliera ha poi parlato di interessi di partito, un'affermazione tanto grave quanto infondata e fumosa. Se si riferisce alle priorità che ci siamo dati rispetto al settore - come dicevo scegliere di investire le risorse pubbliche su disabilità, ampliamento orario dei servizi e assunzione del personale e collaborare con un soggetto privato per finanziare gli investimenti su cucine e refettori delle scuole - allora sì, questi sono i nostri obiettivi, ma non di partito, di amministrazione. La stessa di cui faceva parte, nonostante rispetto alle discussioni di maggioranza sia sempre stata piuttosto assente e abbia contribuito solo in un paio di occasioni con osservazioni critiche, a differenza dei suoi colleghi sempre presenti. Mi dispiace, ma il modo corretto di fare politica implica che quando si è seduti nei banchi di maggioranza si lavori con correttezza e spirito di squadra. I voti di coscienza lasciamoli alle questioni etiche. Magari avrebbe giovato un percorso di dialogo vero, al quale personalmente e come maggioranza siamo sempre stati disponibili. Quanto alle osservazioni critiche sul suo profilo personale e modalità di gestione della delega, personalmente non credo che andare ad assaggiare tutti i giorni i menu dei bambini implichi di necessità una maggior cura del servizio. Non sono una tecnologa alimentare, così come non sono una pedagogista. Il ruolo politico non è un ruolo tecnico e non deve esserlo, perché le competenze sono diverse. Ho piena fiducia nel lavoro del mio settore, così come nelle attività svolte da chi controlla. La relazione con le famiglie non passa (fortunatamente) dal gusto personale di un’assessora rispetto a una o l'altra pietanza e ogni volta che qualcuno si è rivolto al servizio con osservazioni o critiche ne abbiamo tenuto gran conto. Ho grande cura di quello che faccio, grande rispetto per il mandato, ma senza il settore tecnico, senza il personale dei servizi, senza quella valorizzazione che stiamo cercando di dare a tutti coloro che sono coinvolti nell'educazione dei più piccoli quotidianamente, non andremmo da nessuna parte.
Caterina Bonetti