LA STORIA
Il gatto Paolino è tornato a casa a Cafragna, dopo 10 mesi, un incidente e tanti chilometri: «Grazie al microchip»
E Paolino è a casa, dopo 10 lunghi mesi, mille avventure e una crisi d'identità: «Finalmente lo abbiamo ritrovato».
Sono felicissimi Elena Grisendi e il marito Federico Zinno: «Mai più avremmo pensato di riabbracciare il nostro micio, ma grazie alla signora Silvia Bastoni e al Club Amici Miei è successo l'impensabile». Una storia tutta da scrivere, quella di Paolino, che ne ha passate davvero più di Bertoldo. Una storia che è iniziata in una giornata di sole nel gennaio scorso, quando Paolino è uscito di casa all'ora di pranzo, senza più tornare: «Siamo andati a cercarlo ovunque - continuano i suoi genitori umani - e abbiamo messo avvisi ovunque, ma niente. Fino a ieri mattina, quando la dottoressa del Day Hospital veterinario di San Secondo ci ha chiamato, grazie al fatto che il nostro micio ha il microchip. La dottoressa ci ha spiegato che Paolino ha avuto un incidente stradale, in cui si è fratturato il femore, ma nonostante questo si è messo in cammino». Quando un animale subisce un trauma, perde il senso dell'orientamento. E il nostro povero tigrato dalla casa di Cafragna, nel comune di Fornovo, è arrivato fino a Medesano, macinando chilometri e chilometri. Qui, una signora amante dei gatti lo ha sfamato e credendo fosse femmina lo ha chiamato Ketty: «È stato lui ad avvicinarsi a me - racconta Silvia Bastoni -. Un gatto così affettuoso non lo avevo mai visto. Pensavo fosse una femmina non che fosse castrato, così l'ho chiamato Ketty. E Ketty mangiava come un lupo. Ho curato la sua ferita sotto il collo, ma vedevo che aveva un problema a una zampina. Volendola adottare, dovevo sterilizzarla». Così si è rivolta ad Annamaria Mulazzi, presidente del Club Amici Miei che si è subito prodigata per farlo visitare. La veterinaria ha avuto la professionalità di verificare il microchip per cui è stato trovato il proprietario e in poche ore Paolino è tornato a Cafragna: «Ci ha subito riconosciuto - confermano Elena e Federico -. E quando è arrivato in casa è corso nella sua stanza, dove ci sono ciotola e cassetta. Fino al divano: il suo preferito». «Sono contenta che Ketty, oggi Paolino, sia a casa - aggiunge Silvia Bastoni -: è un gatto eccezionale». Chiude Annamaria Mulazzi: «Anche se non è obbligatorio il microchip è molto importante per un gatto. Con una spesa minima può essere messo nella condizione di non fare una triste fine, ma essere riconosciuto attraverso il microchip che è la sua carta d 'identità. Un'azione che contribuisce a combattere il randagismo felino insieme alle sterilizzazioni».
Mara Varoli