REGIONE

Botta e risposta Vignali-Fabi: «Visite bloccate, cittadini fantasma» «No, i tempi d'attesa sono rispettati»

È ancora scontro in Regione sulle liste chiuse per la prenotazione delle visite mediche. L'ultima puntata del botta e risposta è andata in scena ieri mattina, nel corso del consiglio regionale. Da una parte c'è l'assessore regionale alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, che ricorda le buone prestazioni del sistema sanitario, e dall'altra c'è Pietro Vignali, capogruppo di Forza Italia, che parla di «cittadini fantasma» in riferimento a tutti quelli che non possono prenotare una visita perché le liste sono chiuse.

«L'invito è a essere puntuali e precisi», premette l'assessore Fabi, che parlando di Parma aggiunge: «Avere in quella provincia il 90% delle prestazioni di specialistica ambulatoriale che risponde ai tempi di attesa nello standard coincide con il dato regionale, perché superiamo l'80% delle prestazioni che stanno all'interno dei tempi di attesa standard. Come per le prestazioni di diagnostica, che superano il 90%. Questi sono i numeri. Poi abbiamo i problemi nella gestione di singole situazioni, ma sappiamo benissimo: fa più rumore l'albero che cade della foresta che cresce. Ma qui stiamo facendo crescere la foresta».

Parole che riprendono quanto affermato da Ausl e Azienda ospedaliera, sulla «Gazzetta» di ieri, in risposta ad una precedente polemica di Vignali, sempre sulle liste bloccate.

Il consigliere però non ci sta e torna a polemizzare sul calcolo dei tempi d'attesa. «Ci sono migliaia e migliaia di cittadini fantasma, come il sottoscritto, che non sono stati presi in carico. Questo non può essere un sistema che funziona, perché i tempi d'attesa decorrono dalla presa in carico, senza considerare tutti i cittadini che non vengono presi, in quanto le liste sono completamente chiuse. La lista chiusa diventa un limbo statistico che non pesa sulle medie», attacca dai banchi del consiglio regionale.

«Se nel calcolo delle percentuali rientrano solo le richieste accettate in agenda, il sistema appare efficiente per definizione. È come misurare la puntualità di un treno contando solo quelli che partono», aggiunge in una nota a margine del consiglio regionale, sostenendo. «Con il sistema attuale la realtà scompare dai numeri», perché, dice, non viene tenuto in considerazione «che cosa accade quando una richiesta non può essere inserita nel sistema di prenotazione». Ma questo, sostiene il consigliere, non è solo un problema statistico, è anche un problema sociale. «Chi può permetterselo si rivolge al privato a pagamento; chi non può, rimane in attesa di un’agenda che non si apre mai».

E allora, come correggere quella che per Vignali è una stortura del sistema di prenotazione? «Registrare ogni tentativo di prenotazione, attribuire un codice univoco alla domanda, misurare i tempi d’attesa reali dal primo tentativo e pubblicare anche i dati della domanda inevasa. Solo in questo modo i numeri tornerebbero a rappresentare la realtà». In conclusione, «finché il sistema non riconoscerà formalmente anche le richieste che non riesce a gestire, continueremo ad avere statistiche impeccabili e cittadini insoddisfatti».

r.c.