Bardi

«No» corale al parco eolico

Laura Caffagnini

Bardi Il teatro Maria Luigia non ha potuto contenere la folla accorsa all’assemblea pubblica indetta dal Comune di Bardi. Sindaci dei sette Comuni coinvolti dai parchi eolici Parma A e Parma B, associazioni, imprenditori, produttori di Parmigiano Reggiano, agricoltori, politici, tutti concordi nel respingere il paventato disastro ambientale nelle valli del Ceno e del Taro.

La sindaca Valentina Pontremoli ha elencato i motivi della contrarietà ai due progetti: l’incompatibilità con il Psc e la Carta del dissesto, l’impatto su suolo, acqua e biodiversità, il rischio idrogeologico, l’esproprio di particelle private e attività produttive, i danni al turismo, l’impatto sulle produzioni D.o.p. e sui siti archeologici, l’inquinamento.

«Non dobbiamo farci sottrarre il nostro territorio. Stiamo già percorrendo delle alternative: Cer Appennino Ovest, dove possiamo produrre, consumare e gestire energia elettrica pulita localmente. È un modo per fermare chi viene a produrre energia qui e la porta via».

Il sindaco di Borgotaro Marco Moglia ha sottolineato la contiguità di Parma A e Parma B che vanno letti come un progetto unitario di 47 pale dal crinale di Valmozzola a Morfasso. «Anche noi abbiamo espresso severe critiche e stiamo predisponendo con gli altri sindaci pareri contrari per il metodo e per il merito - ha detto -. I comuni coinvolti non possono partecipare alla “cabina di regia” ministeriale. Abbiamo verificato carenza di documenti e superficialità. Non è stato coinvolto il gestore dei servizi idrici integrati. Manca uno studio sul micelio, la rete sotterranea per la produzione del fungo. Non c’è un’adeguata documentazione sul possibile rischio per le strade. Il cantiere durerebbe 4 anni e prevede 20.000 trasporti con materiale di risulta».

La deputata FdI Gaetana Russo ha espresso la disponibilità a intervenire attraverso varie azioni. «In modo coeso si può combattere questa partita. La Regione ha un ruolo importante e quando sono coinvolti sette comuni il Ministero non emette provvedimenti a cuor leggero. Io ci sto a fare la mia parte».La Provincia sta coordinando l’azione dei Comuni, l’Unione dei Comuni Valli Taro e Ceno finanzia le spese degli avvocati. La Regione, unico ente a sedere nella Commissione ministeriale, sta sostenendo la causa, ha detto il consigliere Matteo Daffadà, che ha concluso: «La partita non sarà semplice ma la rinnovata unità dei territori fa ben sperare». Gli interventi hanno messo in luce una presenza inferiore di vento rispetto a quanto dichiarato da Duferco, le frane, l’inquinamento acustico e luminoso degli impianti (Daniele Uboldi), l’assenza di una perizia archeologica (Angelo Ghiretti). Le associazioni culturali della Val Ceno stanno redigendo osservazioni. L’associazione Val Lecca aps ha incaricato un geologo e un avvocato per predisporre pareri. Per Andrea Pontremoli «occorre sparare tutte le cartucce adesso». «Smettiamo di chiamarlo parco – ha detto Davide Galli –. Questa è una sfida enorme. Nessuno deve essere complice. Non svendiamoci per trenta denari».