Festival FuturoPresente

Le grandi sfide tra fiducia e paura

Sara Magnacavallo

Una nuova conoscenza ha preso piede tra le vie del centro: non si nasconde tra libri impolverati e aule austere, ma guarda la cittadinanza dritto negli occhi per aiutarla a «superare gli steccati disciplinari». Intelligenza artificiale, sostenibilità, futuro sono solo alcuni degli argomenti al centro della fitta trama di appuntamenti proposta dal Festival FuturoPresente.

Il progetto pilota, nato dalla sinergica collaborazione tra Università di Parma e Centro universitario di bioetica (Ucb), anima da ieri e fino a domani i luoghi più simbolici della città con incontri dal formato multidisciplinare e divulgativo, come ricordato durante la cerimonia di apertura tenuta ieri pomeriggio.

Davanti alla platea raccolta nell’Aula dei filosofi nella sede centrale del nostro Ateneo, il rettore Paolo Martelli ha spiegato come dagli eventi in programma non emergano «discorsi polarizzati, ma discussioni affrontate da diverse angolazioni, assieme ad esperti che mettono a disposizione le loro competenze».

Sottolineando il legame sempre più sottile tra futuro e presente, Martelli ha ricordato il ruolo fondamentale che l’ateneo di Parma gioca nel contesto: «L’Università forma i giovani e, nei loro confronti, cerca di porre attenzione e impegno affinché possano contribuire nel creare il futuro del nostro Paese».

Ha ripreso il discorso di Martelli il direttore e ideatore del Festival FuturoPresente Antonio D’Aloia, ribadendo l’importante fun-
zione sociale dell’Università, quella di «mettere a disposizione il suo sapere critico».

D’Aloia ha dunque spiegato che l’iniziativa riprende l’attività portata avanti dal Centro di bioetica in questi anni, precisando come il festival non miri a fornire risposte, ma piuttosto a «cominciare a far capire quali sono le domande da porsi e comprendere gli scenari futuri».

Anche il sindaco Michele Guerra ha condiviso la forte valenza sociale delle università, commentando l’importanza dei temi e dell’approccio proposto dal Festival: «Il futuro è già tra noi - ha proseguito Guerra -: a volte ci dà speranza, altre volte grandi paure: la sfida di questo festival sta nel bilanciare questi due poli».

Secondo Cesare Azzali, questa iniziativa rappresenta «una reale opportunità non solo per confrontarsi, ma anche per far capire come il nostro futuro non sia altro che il nostro presente».

È per questo stesso motivo che «quando parliamo di futuro, dovremmo capire che la qualità della vita, dei comportamenti, così come il rispetto per le persone e per la misura dei sistemi adottati devono diventare prassi costante».

L’iniziativa ha trovato il convinto appoggio di molte realtà del territorio, come ha esemplificato l’intervento del consigliere della Fondazione Monteparma Livia Ruffini: «È nella missione costitutiva della Fondazione il sostegno alla cultura, - ha commentato Ruffini - e riteniamo che un incontro tra intelligenze tanto diverse possa arricchire la comunità in cui ci troviamo a operare».

Ha concluso l’incontro l’assessore alle Politiche per la salute della regione Emilia-Romagna Massimo Fabi, che ha riflettuto su come innovazioni (quali l’Ia generativa) debbano essere disciplinate «nel rispetto e nella valorizzazione della persona: siamo nel cuore della vera innovazione, che passa attraverso l’implementazione di nuove tecnologie applicabili su tutte le politiche pubbliche. È essenziale ragionare su queste innovazioni non solo perché attuali, ma anche perché necessitano di essere governate nel rispetto di tutti».

Sara Magnacavallo