Attentato

I commercianti di via XXIV Maggio: «Un gesto del tutto inspiegabile»

Un fotogramma dopo l'altro, una immagine dopo l'altra. Prosegue il meticoloso lavoro degli investigatori della Mobile chiamati ad indagare sull'attentato avvenuto l'altra notte in un laboratorio di pasticceria di via XXIV Maggio dove, probabilmente, due persone hanno gettato nel locale una bottiglia piena di liquido incendiario a cui hanno poi dato fuoco. E solo per una fortunata serie di circostanze nessuno si è fatto male.

Da subito gli inquirenti hanno raccolto tutte le immagini delle telecamere della zona, in particolare quelle disposte nelle vie circostanti ma soprattutto quelle del distributore che si trova a pochi passi di distanza dal laboratorio «L'Atelier del dolce». La speranza è che gli attentatori possano essere transitati sotto i sensori permettendo ai poliziotti di arrivare alla loro identità.

Da subito il grave episodio ha provocato preoccupazione e timore nella zona anche perché il titolare del laboratorio preso di mira, Stefano Gentilini, da subito ha espresso perplessità sulle motivazioni del gesto che, a suo dire, risulta inspeigabile. «Dopo tanti anni di lavoro senza mai problemi mi sembra assurdo che qualcuno abbia voluto colpirmi. Il primo pensiero è che l'obiettivo potesse essere qualcun altro».

Anche Massimiliano Barra, gestore della «pasticceria Maximilian» confinante con l'Atelier del Dolce, ha voluto intervenire attraverso le parole del suo avvocato, Barbara Giovannelli, circa la ricostruzione comparsa su diversi organi di informazione secondo la quale «gli attentatori potrebbero essere caduti in un errore e avere appiccato il fuoco alla finestra sbagliata».

«Pur esprimendo ovvia solidarietà al proprietario dell'Atelier del Dolce per il grave attentato subito - ha riferito Massimiliano Barra, che dal 20 settembre scorso è subentrato nella gestione della pasticceria Maximilian - sono rimasto stupefatto e voglio chiarire, in maniera ferma e definitiva, che il mio locale non può essere assolutamente stato l'obiettivo degli attentatori. Sono un imprenditore corretto, serio e stimato, possiedo più locali, in città e provincia, alcuni dei quali da oltre quindici anni, e in tutto questo lungo periodo non ho mai avuto alcun tipo di problema. È da escludere quindi che chi ha compiuto un gesto così grave come quello avesse intenzione di colpire il mio locale».

r.c.