Il 12 al Regio
Niccolò Fabi: «Vorrei raccontare la felicità pura»
Il racconto dell’esistenza umana tra tutte le sue imperfezioni, problematiche e dilemmi da affrontare ogni giorno. La musica del cantautore Niccolò Fabi ha da sempre rappresentato un viaggio nei luoghi profondi dell’anima, dove si annidano i significati di brani come «Costruire», «Facciamo finta» e «Io sono l’altro». Un dialogo «scomodo» con il suo pubblico, che lo potrà ascoltare a breve nel grande palcoscenico cittadino del Teatro Regio. Fabi tornerà a Parma il prossimo 12 novembre alle 21, per uno spettacolo organizzato nell’ambito dell’11esima edizione della rassegna «Tutti a Teatro», realizzata da «Caos organizzazione spettacoli», con il contributo di Arci Parma. Una tappa che fa parte del tour 2025 di Fabi, che si concluderà con altre quattro date, tra cui le ultime due a Roma. Insieme ad alcuni compagni artistici, come Roberto Angelini, Alberto Bianco e Filippo Cornaglia, il cantautore accoglierà i presenti al Regio con un appuntamento che, come mai in nessun altro concerto precedente di Fabi, porterà la sua «autentica visione della vita», come spiega lo stesso cantautore.
Il 12 novembre tornerà al Teatro Regio, una location suggestiva che conosce molto bene. Quali sono le sue sensazioni su questo luogo?
«Il teatro è il luogo più naturale dove far ascoltare le mie canzoni. Sei seduto dentro ad una scatola nera e ti puoi in qualche modo lasciare andare molto più facilmente. Il Regio ovviamente ha anche una prospettiva diversa dai teatri contemporanei. Lì hai proprio la sensazione di essere circondato, abbracciato dalle persone, cosa che l’architettura moderna non ha considerato molto importante».
Un impianto scenico raffinato e luci che disegnano ombre. Cosa dobbiamo aspettarci da questo spettacolo?
«Non sarà una passeggiata spensierata, ma le persone vengono un po’ per quello, utilizzando le mie canzoni per guardarsi dentro e confrontarsi con pensieri che normalmente allontaniamo. Forse questo concerto, rispetto a tutti quelli che ho fatto, è il più estremo da quel punto di vista, essendo particolarmente “scomodo”. Oserei dire quello che si avvicina di più al mio gusto. La scaletta sarà aperta dalla canzone “Alba” del mio nuovo album. Chiuderò, come sempre, con “Lasciarsi un giorno a Roma”, un momento di sfogo finale dopo essere stati insieme nella “caverna” del concerto».
In scaletta anche alcune canzoni del nuovo album «Libertà negli occhi». Un progetto registrato tra i paesaggi della Val di sole in Trentino, insieme anche a Cesare Augusto Giorgini e Giulio Cannavale, che saranno con lei al Regio. Mome mai questa location?
«La scelta della baita in montagna ovviamente è legata a motivazioni esperienziali ed extra-artistiche. Con il tempo la musica da realizzare per un pubblico commerciale rischia di diventare un pensiero troppo invasivo nella mente di un professionista. Quindi viverla come un’esperienza leggera, completamente divertente, come una riunione tra amici, mi sembrava il modo ideale».
Le sue canzoni parlano di tante tematiche sociali. C’è un argomento mai affrontato che vorrebbe portare in un brano?
«Ho sempre parlato delle difficoltà della vita. Se mi accorgessi che la mia musica fosse depressiva non salirei più su un palco; la sensazione è che alla fine di tutta quella sofferenza che viene messa in scena, il risultato finale sia di sollievo per l’ascoltatore. Mi farebbe piacere poter raccontare la felicità pura. È un’ambizione importante, anche perché sarebbe una conseguenza della mia vita, non semplicemente un desiderio artistico».
Come nelle altre date del tour, Niccolò Fabi con il suo concerto aderirà all’iniziativa «Nastro Rosa Airc», per sostenere le donne e il lavoro dei ricercatori contro il tumore al seno. I biglietti disponibili sono in vendita tramite il circuito www.ticketone.it e all'Arci di Parma in via Testi 4.
Pietro Amendola