Annalisa
Prima Telegram e Facebook, poi i libri: «Così ho inventato la catechesi creativa»
Santa Maria del Taro «Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio» recita un antico proverbio africano. Un messaggio potente, che ricorda che per mantenere una comunità sana, solida e coesa tutti devono impegnarsi, non solo per educare i piccoli ma anche per sostenere gli adulti e supportare gli anziani.
La storia di Annalisa Queiroli, 37enne originaria di Santa Maria del Taro ma da dieci anni medesanese per amore, inizia in un contesto come quello: un villaggio, in questo caso un paese, in cui tutti si conoscono e si aiutano. «A Santa Maria la domenica si va a messa, poi si va al bar e si sta con gli altri. Il bello è proprio questo: tutti si conoscono e tutti aiutano tutti. In questo modo di vivere c’è tanta fede».
«A 16 anni - ricorda Annalisa - ho iniziato a dare una mano come catechista e non ho più smesso: io non vado a insegnare, io vado a testimoniare. Io sono cresciuta imparando i comandamenti a memoria ma adesso bisogna dare stimoli diversi e creare curiosità partendo da esperienze che sono diverse».
Il suo modo di insegnare/testimoniare - fatto di «lezioni» lungo il fiume, di impasti con la farina e di confronto - era stimolante e innovativo, ma nessuno avrebbe forse potuto immaginare che le sue idee sarebbero arrivate in ogni angolo d’Italia.
«Durante il lockdown, ho ritrovato gli appunti che avevo scritto negli anni e ho pensato di condividerli, immaginando che potessero servire ad altri catechisti in un momento in cui eravamo forzatamente lontani dai bambini».
La prima idea è stata di aprire il canale Telegram «Catechisti Creativi» su cui caricare i file. «All’inizio avevo tre iscritti, amici a cui avevo chiesto di farlo. Poi sono diventati dieci. Ogni tanto se ne aggiungeva uno o due ma poco di più. Allora ho aperto la pagina Facebook per promuovere il canale».
Ad un certo punto i followers si sono moltiplicati vertiginosamente, su un canale e sull’altro, tanto da portarli a «vivere» in maniera indipendente. «I Catechisti Creativi sono tutti coloro che prendono le mie idee e le ripropongono ai loro gruppi facendole spesso diventare più belle. Rispondere a chi mi scrive è diventato quasi un lavoro: a volte ho proposte già pronte, altre volte mi stimolano a inventare nuove idee. I bambini sono cambiati da quando avevo 16 anni e ci vuole un linguaggio nuovo per interessarli».
I 6272 followers su Facebook e i 2206 iscritti a Telegram l’hanno poi convinta a trasformare gli appunti in un libro. «Ho autoprodotto un libro con Amazon senza grandi aspettative e invece ne sono state acquistate oltre 1600 copie».
I mesi passano e la sua opera di «evangelizzazione digitale» continua, tanto da accumulare materiali per un secondo libro. «Ho provato a mandarli ad Effatà, casa editrice che conosco da ragazza, e qualche settimana dopo è arrivata la loro telefonata».
Il 9 dicembre scorso, sugli scaffali delle librerie d’Italia e negli store on line, è uscito «Catechesi creativa», primo «vero» libro di Annalisa Queirolo. «La mia speranza è che le idee continuino a viaggiare: anche attraverso i social si può continuare a tenere viva la luce della Fede».