tradizione

I culatelli dell'Antica Corte Pallavicina di Polesine Zibello anche quest'anno finiranno sulla tavola di Re Carlo III

Culatelli regali in riva al Grande fiume. Si “formano” nelle antiche cantine di stagionatura più antiche del mondo, risalenti al 1320, quelle dell’Antica Corte Pallavicina di Polesine Zibello, i culatelli che finiranno, ancora una volta, sulla tavola di Re Carlo III e della famiglia reale inglese.

La conoscenza tra lo chef stellato, agricoltore e norcino Massimo Spigaroli e Carlo d’Inghilterra è ormai datata ed è nata proprio dall’incontro attraverso il Re dei salumi.

Era l’anno 2007, l’allora Principe Carlo gustò il Culatello e se ne innamorò al punto da convocare Massimo Spigaroli nel suo castello perché voleva conoscere chi c’era dietro a tanta prelibatezza. Sulle prime gli chiese di produrre là, in Galles, i suoi straordinari salumi ma Spigaroli gli spiegò che per fare il culatello non ci vuole soltanto il cuore, ma occorrono soprattutto microclima, freddo, l’umidità e le nebbie che solo qui, nelle terre del Po, si trovano, e solo in una determinata parte dell’anno. In teoria i due avrebbero dovuto parlare pochi minuti e invece rimasero insieme tre giorni parlando di agricoltura, animali e campagna.

Del resto, come noto, Re Carlo III è un grande esperto di agricoltura. Da allora i suoi culatelli e i suoi salumi nascono e stagionano a Polesine, nelle cantine di stagionatura più antiche del mondo. Così la strada dal Re dei salumi al re d’Inghilterra si è fatta breve e Spigaroli continua a spedire, a re Carlo, i suoi salumi una volta che questi sono pronti.