alluvione e solidarietà
Fioristi di Felino e Faenza uniti: così Franco e Emilietta hanno aiutato una collega a ripartire
Distano fra loro 170 chilometri. Franco e Emilietta hanno la loro attività a Felino, Antonia a Faenza. Non si conoscevano fra loro ma hanno in comune una cosa speciale: vendere simboli d'amore, d'amicizia e di gioia fatti di colore e profumi. Sono, in una parola, fiorai e sino al 17 maggio scorso nei loro negozi confezionavano bouquet, incartavano rose, consegnavano piante. Stessi gesti, stesso lavoro, sino a quando, ormai un mese fa, il negozio della signora Antonia a Faenza viene distrutto dall'alluvione. Dei fiori più nessuna traccia, e addio anche agli arredi. Solo fango e acqua.
A Felino intanto Franco ed Emilietta guardano sgomenti le immagini che arrivano dalla Romagna. «Ci siamo chiesti subito che cosa potevamo fare, ma non sapevamo cosa», racconta Emilietta. Poi ecco l'idea: regalare un negozio tutto nuovo ad un collega alluvionato. «Abbiamo chiuso, dopo 12 anni, uno spazio che avevamo a Collecchio. Abbiamo provato a cedere l'attività, senza riuscirci, e così abbiamo smantellato l'arredo e lo abbiamo riposto in un nostro magazzino. Avevamo appena ammodernato quel negozio e quindi abbiamo deciso di tenere tutto, ci sarebbe potuto servire».
Ma la tragedia che aveva colpito la Romagna «ci ha fatto capire che sarebbe stato più utile ad altri». Della loro idea parlano con un'amica, Silvia Lori, presidente della pallamano Felino, che contatta un collega di una società sportiva romagnola e così spunta il nome di Antonia, “l'Anto dei fiori” come la chiamano a Faenza. «Ci hanno detto che aveva perso tutto nell'alluvione, l'abbiamo subito contattata».
Prima la telefonata, poi via whatsapp Franco e Emilietta le mandano le foto degli arredi, le scrivono le misure, abbozzano un disegno. «È stata la svolta per decidere davvero di riaprire – ricorda ora Antonia Bagnara (che continua a lavorare «giorno e notte» nel suo negozio a Faenza) – Non avevo più nulla e a 60 anni, dopo 33 anni di attività, ero disperata. In più lungo la via dove lavoro ci sono tante abitazioni inagibili e negozi che resteranno chiusi per sempre. Non sapevo proprio come fare. Grazie a Emilia e Franco ho capito che potevo davvero farcela».
Intanto a Felino, come capita nei paesi, «l'idea dei fioristi» comincia a circolare e nel negozio di via Carducci si presentano «tanti amici che ci hanno dato la loro disponibilità – spiega Emilietta – C'è chi era pronto a preparare i mobili per la spedizione, chi avrebbe prestato il furgoncino, chi sarebbe venuto con noi per montare il tutto». Ma non finisce qui. «Un nostro fornitore, appena ha saputo cosa volevamo fare, ci ha regalato tutto l'occorrente per le confezioni: carte, nastri, cestini, spugnette, vasi e tanto altro. A quel punto c'era proprio tutto».
E così domenica scorsa la piccola carovana è partita alla volta del negozio “La Mimosa” di corso Aurelio Saffi a Faenza. «Abbiamo scaricato e sistemato gli arredi – conclude Emilietta – E una volta finito, ci siamo regalati una bella foto ricordo tutti assieme davanti al negozio ed abbiamo festeggiato con vino e piadina». Poi il ritorno a Felino, anche se domenica 25 giugno, l'invito è di Antonietta, «li rivoglio tutti ancora a Faenza per la riapertura. Mi manca ora solo la linea telefonica, senza non posso attivare il registratore di cassa, e poi ritornerò a vendere fiori». Tutto questo grazie allo spirito romagnolo «che non si abbatte mai», ma «grazie soprattutto a due amici, Emilia e Franco, che senza conoscermi mi hanno salvata».