SORBOLO
La Via Crucis è tornata a vita nuova
Erano state riposte in solaio in mezzo alla polvere 50 anni fa, durante i quali il tempo ne ha compromesso i colori e la bellezza. Sono tornate però ora al loro posto le 14 stazioni della Via Crucis che, fino al terremoto del 1971, facevano bella mostra di sé nella chiesa parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita di Sorbolo. Il recupero delle stazioni, bassorilievi in terracotta raffiguranti la passione e la morte di Cristo, è stato reso possibile dal paziente e sapiente lavoro di restauro realizzato dall’artista sorbolese Francesco Pignalosa, che – insieme alla moglie Rosanna Castellano – le ha pulite, risistemate e ricolorate una ad una. Un lavoro ampiamente apprezzato che ha ricevuto il plauso di tutta la comunità del paese, in special modo dei più giovani che ancora non erano nati negli anni pre-sisma e che hanno potuto riscoprirle nella loro magnificenza durante le celebrazioni della Pasqua. Originario di Torre del Greco in provincia di Napoli, «il mago dell’intaglio» ha oggi 73 anni, un passato da cuoco, ha coltivato la passione per l’arte della scultura da sempre. Pignalosa è approdato nel 2012 alla Triennale di Milano, esponendo nella mostra «Gillo Dorfles. Kitsch – oggi il kitsch»: un exploit dovuto ad una riproduzione di un prosciutto di Parma, fedelmente ricostruito con il sapone. Per anni ha lavorato come cuoco, prima su navi come la «Raffaello» e la «Michelangelo», poi aprendo un ristorante. Dopo aver vinto un concorso del Ministero degli Interni, ha operato per conto della Questura di Parma finché non è stata chiusa la mensa. Alla pensione, giunta nel 2008, la grande passione per la cucina e l’arte dell’intaglio non si è mai spenta tanto che oggi, quello che era nato come un hobby, si è trasformato in una forma d’arte, che mette anche a servizio della comunità. «L’impatto delle stazioni recuperate – ha ringraziato il parroco don Aldino Arcari – è a dir poco meraviglioso: un aiuto tangibile alla nostra preghiera personale e di gruppo in tutti i prossimi periodi quaresimali».
Christian Marchi