Tipologia
Locanda Ca’ Mari nel verde di Berceto
Cucina
Cantina
Qualità / Prezzo
IL RISTORANTE
La Vecchia Fucina
Cucina
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Qualità / Prezzo
Tipologia
Indirizzo
Telefono
Chiusura
Dopo sette anni torno in questo ristorante dove nulla è cambiato e il menu è rimasto sostanzialmente fedele a sé stesso: gestione familiare, accoglienza cordiale, molta gentilezza. Comodo parcheggio, l’opportuno box per i cani degli ospiti e si sale la rampa di scale che porta all’ingresso: il bancone del caffè, la rivendita di tabacchi, lo spazio per i clienti del bar, poi la sala da pranzo con arredi rustici, mobili di legno. Un pianoforte e una chitarra a suggerire una vocazione musicale, tavoli robusti apparecchiati con semplici tovagliette di plastica e tovaglioli di stoffa (coperto 2,50 euro), menu e carta dei vini col codice QR e senza un supporto cartaceo che sarebbe quanto mai opportuno anche per staccare, almeno al ristorante, gli occhi dai terribili smartphone che ci aiutano e deliziano certo, ma che sovente ci crocifiggono. Carta dei vini allo stesso modo con nutrita selezione di etichette di produttori parmigiani e piccola selezione dalle regioni italiane; l’acqua è quella ultra filtrata (euro 2,50).
Il sito web ci informa che tutta la famiglia lavora al ristorante dove tutto si fa secondo tradizione familiare e seguendo ricette sperimentate. La pasta all’uovo è naturalmente fatta in casa, i piatti hanno condimenti misurati che si arricchiscono del tartufo di Fragno presente in numerose preparazioni. La micca bianca di pane comune accompagna al meglio i salumi dell’antipasto: culatello Dop (Podere Cadassa), salame di Felino di 90 giorni, culatta di 20-22 mesi, coppa e pancettone piacentini. E’ buono il prosciutto di Parma Dop «Al naturel» (Pelizziari 30 mesi), è leggermente salato e tagliato male (alcune fette sono sbriciolate) lo spallaccio (Pelizziari 24 mesi). Completano le proposte d’antipasto il flan di zucca e timo su vellutata di Parmigiano e uno spento e insapore strudel di carciofi e mozzarella. Tutti i tortelli della tradizione (erbette, zucca, patate) sono conditi con burro e Parmigiano e questi ultimi anche col sugo di funghi «alla vecchia maniera». Pappardelle al ragù di cinghiale e tagliatelle ai funghi, poi caramelle col ripieno di cappone e l’intenso profumo del timo; i pizzicotti ai funghi; gli gnocchi al sugo d’anatra. Il savarin ai tagliolini, panna, Parmigiano, tartufo, gratinato al forno e poi ricoperto di prosciutto crudo è in realtà un piccolo timballo (se perdonate la pedanteria, il savarin è uno stampo col buco al centro) ricco di sapore, un po’ asciutto. Ai secondi: la punta di vitello ripiena, la coscia di coniglio al forno, la coscia d’anatra all’arancia, la faraona ripiena al brandy; ottima trippa alla parmigiana, morbida, cremosa, col profumo di rosmarino servita in un tegamino di terracotta; le uova al tartufo; tagliata, tartare di Fassona, guanciale al lambrusco.
Le crostate di pasta frolla e marmellata di prugne, albicocche o marasche come da tradizione casalinga; il dolce amore secondo la ricetta della nonna; il «ricordo di un Bacio» con gianduia e ganache al fondente; sbrisolona, tiramisù e robusta zuppa inglese. I prezzi coperto 2,50 euro; antipasti 10-16; primi 12-18; secondi 12-20; dolci 5-7. Menu non esposto, gradini all’ingresso, bagni e parcheggio comodi.
Trippa.
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