Berceto
Corchia, altro passo avanti contro nuove estrazioni
Il consigliere provinciale Friggeri plaude la Regione
Berceto Nuovo stop alla eventuale riapertura delle miniere di metalli rari con estrazioni a Corchia e in val Manubiola.
L’assessore regionale alla Programmazione e pianificazione per la tutela paesaggistica, Barbara Lori, nell’ultima Giunta Bonaccini ha ottenuto l’espansione di« Rete Natura 2000» in quell’area, così che non potrebbero essere intraprese attività estrattive.
L’ultima parola spetta però al Governo mentre gli studi effettuati rilevano che le nuove miniere causerebbero problemi alla potabilità dell’acqua e la possibilità di dissesto idrogeologico.
«I complimenti e i ringraziamenti - afferma Daniele Friggeri, consigliere provinciale alla Programmazione - vanno all’assessore Barbara Lori che ha completato l’iter nell’ultima Giunta possibile, con al delibera passata all’unanimità. Occorre però lanciare l’appello al Governo perché non venga vanificato tutto il lavoro fatto e si prosegua con l’ultimo passaggio a completamento di tutela».
La prima mozione presentata alla Provincia risale alla fine del 2019 quando si iniziavano a evidenziare le prime possibili criticità, a firma del consigliere provinciale con delega alla Pianificazione territoriale e Politiche ambientali, Daniele Friggeri. Ne sono seguite altre due nel 2020 in cui si chiedeva di rafforzare le tutele della val Manubiola e Corchia.
Le preoccupazioni sono iniziate quando sono ripartiti i lavori di preparazione per le attività estrattive, quando una multinazionale era pronta a scavare metalli pesanti e terre rare, materiali preziosi nella produzione di materiale elettronico.
Su proposta della Provincia di Parma tempo fa venne affidato un incarico all’Università di Parma per uno studio la qualità ambientale e paesaggistica e, soprattutto, sull’impatto delle miniere sulla qualità delle acque e in merito al dissesto idrogeologico che potrebbe venirsi a creare, viste le continue movimentazioni di terra.
I risultati, che furono esposti all’Assemblea dei sindaci, riportavano un impatto molto negativo sulle acque del Taro che, a causa dei lavaggi dei materiali estratti, avrebbero potuto perdere la potabilità. Le infiltrazioni, secondo lo studio, avrebbero potuto fare il resto.
«In via teorica - afferma Friggeri - non potrebbero più esserci possibilità di ripartenza per nuove miniere. Va usato il condizionale perché Provincia e Comuni hanno collaborato proficuamente e attivamente, sotto un ottimo coordinamento della Provincia. Sarà facoltà del ministero competente assoggettare i progetti a valutazione d’impatto ambientale visto che la ripartenza delle miniere era di interesse nazionale. Mi auspico quindi che i parlamentari salvaguardino le due valli e il lavoro fatto finora, completando l’ampliamento della tutela ambientale così che non si possano più eseguire scavi in quella zona. Si tratta di aree da tutelare per il paesaggio, per il patrimonio arboreo che è anche il polmone verde per diverse città».