Gente di campagna
Rainieri: «Così stiamo salvando la trota di specie Mediterranea»
La trota autoctona del nostro Appennino, di specie Mediterranea, sta sfuggendo all’estinzione grazie all’azienda «Trota Taro». Il progetto, in collaborazione con il consorzio Biodistretto delle Alte Valli, per il titolare Andrea Raineri si affianca alla vendita ittica per consumo alimentare.
A Bedonia, nel comprensorio del Monte Penna, entrambi i suoi allevamenti, l’uno a fini commerciali, l’altro di tutela ambientale, devono l’origine ad una trotina pescata per caso a Santa Maria del Taro nel 2004. L’esemplare, in base ad indagini genetiche rivelatosi una rarissima Mediterranea, ha indotto Raineri ad approfondire gli studi, anche con il coinvolgimento dell’Università di Parma. «E’ una storia - racconta Raineri, anche consulente per parchi zoologici - affascinante e romantica. Negli anni Cinquanta vennero immessi nei corsi d’acqua dell’Appennino esemplari della specie Fario Nordeuropea, che cresce più in fretta. Non era stato però considerato che queste trote sarebbero state messe in difficoltà dalle caratteristiche dei torrenti italiani, molto siccitosi d’estate e con correnti impetuose d’inverno. Abituate ai grandi fiumi del nord con andamento stabile, non riuscivano a sopravvivere, uccise dalle alte temperature o trascinate a valle dalle piene. Nel frattempo però il danno, in tutta Italia, era stato fatto: la Fario Nordeuropea si era incrociata con la specie Mediterranea, minacciando la sua identità. Nel 2007 io ho acquistato gli allevamenti, destinando metà del mio lavoro, quello puramente a fini ambientali e non redditizio, a produrre il ceppo della trota Mediterranea originario del Taro per immetterla nei nostri fiumi.
Abbiamo scelto il torrente Gelana, alle pendici dell’Orocco, non solo perché qui l’acqua rimane fredda tutto l’anno ma anche per la sua purezza, non esistendo nulla a monte dell’allevamento. Se io non avessi pescato quelle prime trote a Santa Maria, adesso sarebbe estinta la specie. L’ultimo nucleo da cui erano state prese, infatti, è poi andato distrutto nel 2010. Dalle ultime analisi genetiche fatte a campione lo scorso anno, risulta che il 90% delle trote presenti nel mio allevamento siano esemplari puri di specie Mediterranea. Una concreta speranza per il futuro ripopolamento della trota Mediterranea nelle acque del nostro Appennino».
Il furgone di Trota Taro è la new entry nei mercati agricoli locali, una presenza che ha dato spunto a questo incontro. Al dettaglio, la troticoltura a ciclo completo Trota Taro vende, per ora, solo le qualità iridee e salmonate. Con una scelta difficile, di cui Raineri spiega le ragioni virtuose. «Trasportiamo - argomenta - gli animali vivi, pescandoli sul momento per consegnarli al cliente pronti da cuocere. Abbiamo preso questa decisione, impegnativa e costosa, in modo che nessuna trota venga sacrificata per niente. Al mattino le peschiamo e al pomeriggio l’invenduto torna in vasca, con un giusto rispetto per l’animale e contro gli sprechi».
Claudia Olimpia Rossi
La Scheda
Nome: Andrea Raineri
Età: 49
Segno zodiacale: Pesci
Studi: Laurea in Giurisprudenza
Hobby: Allevamento di rettili, anfibi, uccelli, insetti, mammiferi e pesci
Sogno nel cassetto: l’hanno avverato 5 e 6 anni fa le mie bimbe Isabella e Annabella
Azienda: Ittiocolture Gelana, Trota Taro e Modern Forest a Bedonia
Attività: Ittiocoltura, consulenza per exhibit in strutture faunistiche.