Gente di campagna

Moschini: «Abbiamo salvato il carciofo spinoso della Val Stirone»

Claudia Olimpia Rossi

Un carciofo imparentato con un cardo è la varietà unica al mondo che l’azienda agricola Moschini coltiva a Scipione di Salsomaggiore, salvando così dall’estinzione lo spinoso della Val Stirone e altre specie autoctone.
«Da più di cent’anni qui ci occupiamo della biodiversità» conferma il titolare Enrico Moschini, che conduce l’attività, anche agriturismo «Colle Rio Stirpi», insieme al figlio Paolo e alla moglie Annamaria Sghiavetta. La Moschini, fondata nel 1814 dai quadrisnonni Cristoforo e Marianna, va recuperando farro dicocco, vitigni antichi come il Bianco del Prete e frutti antichi delle nostre colline, in primis pero Colar altrove estinto. Salvati dalla scomparsa pure i vecchi ulivi del Ducato, presenti sul territorio dal 1250 e ripresi nell’azienda dal 2000.
Il carciofo spinoso della Val Stirone ha fatto sussultare perfino i laboratori scientifici del Cnr di Bari, poiché l’analisi del dna ne conferma l’unicità al mondo per la contaminazione con il cardo.
I Romani, giunti in questa terra baciata dalle acque termali, dove già i Galli avevano scoperto il sale (Salso Majore), piantarono i loro amati carciofi. Fortuna volle che il campo fosse condiviso con i ruspanti cardi, portando all’incrocio dei patrimoni genetici. Lorenzo Molossi, nel suo “Vocabolario del Ducato” del 1832, citando l’elevato vigore della pianta, annotò: “qui ci si coltivano molto i carciofi dè quali si fa spaccio all’estero.” «Fu soprattutto - spiega Moschini - mio zio Paolo ad iniziare il recupero della biodiversità della zona, mentre tutti gli davano del matto. Lui e mia zia Clelia andavano in paese a vendere questi carciofi alti due metri e pieni di spine. Il carciofo era “un magner par i siuri“: questi resistevano alle temperature rigide, poiché univano la forza del cardo alle buone qualità del carciofo. A mio padre Angelo va il merito di aver recuperato frutti autoctoni come il pero Colar o Niss, insignito del Marchio De. c.o. del Comune di Salsomaggiore e inserito nell’Arca del gusto di Slow Food, al pari del carciofo spinoso. I nostri due alberi di oltre 150-200 anni di età del Colar sono quanto resta del vecchio frutteto aziendale dei nonni e dello zio Paolo». Fra le varietà di mele recuperate, carrera, fiur da casa, carla, rosetta, suca, giasola, verdon, cudel, ruggine, biancona, san giacomo, ananas, barten, musone e cotogne. Moschini non smette di tramandare la ricchezza delle sue terre, anche facendo divulgazione a grandi e piccini con la Fattoria didattica. A «Colle Rio Stirpi» i carciofi regalano il cuore. Una prelibatezza frutto di una lavorazione sperimenata dai trisnonni ad inizio 1900: previa cottura in acqua e aceto, li confezionavano sott’olio esportandoli in Francia, come riportano i documenti dell’epoca. A Colle Rio Stirpi si fa ancora così. «Stasera mia moglie - conclude felicemente Enrico Moschini - li cucina nelle crespelle, una delle sue squisite creazioni».

LA SCHEDA

Nome: Enrico Moschini.
Eta: 73 anni.
Segno zodiacale: Toro.
Studi: Ingegneria.
Hobby: i progetti della Fattoria didattica come agricoltore custode.
Sogno nel cassetto: “Far capire alla gente il valore di salvare la terra per i nostri figli e nipoti, non per noi che l’abbiamo distrutta e non ce la meritiamo.
Azienda: Azienda Agricola Moschini Sghiavetta Anna Maria, agriturismo Colle Rio Stirpi, via Scipione Stirpi-Mirani, 161, Salsomaggiore Terme.
Attività: azienda agricola e vitivinicola, coltivazione varietà a rischio di estinzione; agriturismo; Fattoria didattica.