Il ddl Zan si ferma al Senato: 154 sì e 131 no

 Salta l’esame degli articoli ed emendamenti del ddl Zan, per cui l’iter si blocca. L’aula del Senato ha infatti votato a favore della cosiddetta 'tagliola', chiesta da Lega e FdI. A favore, 154 senatori, 131 i contrari e due astenuti. La votazione, avvenuta a scrutinio segreto, è stata accolta da un applauso.  Il disegno di legge contro l’omotransfobia era stato approvato dalla Camera il 4 novembre 2020. 

«Sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5Stelle: hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre, dalle associazioni e da molte famiglie, e hanno affossato il Ddl Zan. Ora ripartiamo dalla proposte della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati di opinione». Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini. "Il ddl Zan è stato affossato per i calcoli sbagliati del Pd: ora togliamo i bambini, i nuovi reati e il dibattito sull'identità di genere. Hanno deciso di andare allo scontro, dopo mesi che avevamo avvisato ed è finita così. Ora proporrò al centrodestra di ripartire dal nostro testo». Ha proseguito Salvini

«Tutti si erano schierati dalla parte dei diritti civili, ma alla fine il Ddl Zan è stato spazzato via, nel segreto dell’urna, al Senato. Vergognoso». Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.  «Il Ddl Zan - aggiunge - doveva diventare legge in pochi giorni, invece sono passati mesi su mesi, scuse su scuse, fino a far saltare il provvedimento. Diciamocelo chiaramente: in Italia ci sono ancora forti discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali. Questa è la verità. In un Paese moderno questo è inaccettabile».

 Il Pd non si capacita dell’esito del voto sulla tagliola che ha di fatto affossato il ddl Zan. «Noi ci aspettavamo 140 voti di chi era a favore del ddl e quindi contro la tagliola, ne mancano all’appello almeno 16», spiegano fonti dem al Senato. Ora il Pd cercherà di capire se i franchi tiratori sono dentro il Pd o nell’area più allargata che ufficialmente era a favore del ddl Zan.

Sul ddl Zan registriamo un passaggio a vuoto su un percorso di civiltà e di contrasto a ogni forma di discriminazione e violenza per l’orientamento sessuale. Chi oggi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari». Così in un post il Presidente del M5s Giuseppe Conte. 

«Hanno voluto fermare il futuro. Hanno voluto riportare l’Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà. #DdlZan». Lo scrive su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta.

 «Per mesi ho chiesto di trovare un accordo per evitare di far fallire il ddl Zan. Hanno voluto lo scontro e queste sono le conseguenze. Chi polemizza sulle assenze dovrebbe fare i conti con i 40 franchi tiratori. La responsabilità di oggi è chiara: e dire che per Pd e Cinque Stelle stavolta era facile, più facile dei tempi di 'O Conte o mortè. Non importava conoscere la politica, bastava conoscere l'aritmetica». Così il leader di Italia viva, Matteo Renzi ai suoi parlamentari.

La parmigiana Maria Gabriella Saponara (Lega Nord): "E' necessario ribadire che la maggior parte della maggioranza non condivide questo ddl.. Regole che riducono la libertà di alcuni... perfino la Santa Sede si è mossa. Un testo di legge che contiene molte ambiguità. La Lega chiede un atto di mediazione". Ecco l'intervento completo della senatrice. 

 

 

«I numeri della votazione con cui il Senato ha affossato il testo Zan contro l’omotransfobia sono inesorabili: la nostra classe politica è in larga maggioranza omofoba": lo afferma Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. «Il margine con cui la maggioranza del Senato si è espressa - aggiunge -, va ben oltre i confini delle destre, dei finti liberali di Forza Italia o dei cinici arrampicatori di Italia Viva. Ci sono responsabilità anche all’interno delle forze politiche in cui militano i parlamentari primi firmatari del testo. Insomma: c'è una responsabilità diffusa della politica, che ne esce fotografata in maniera implacabile. Questo Parlamento non è stato all’altezza delle sfide di questo tempo, l'argine all’omotransfobia continuerà a porlo il Paese, le rete informali, le associazioni, tutte le persone di buona volontà. Non lo Stato, che ancora una volta si gira dall’altra parte. Ringraziamo coloro i quali si sono battuti, a tutti gli altri consegniamo la nostra vergogna.», conclude. 

«Sul Ddl Zan, come temevo, l’iter si è bloccato. L’aula del Senato ha infatti votato a scrutinio segreto a favore della cosiddetta 'tagliolà chiesta da Lega e FdI. Io ho votato contro perchè, pur ritenendo il Ddl Zan imperfetto, sarebbe dovuto andare avanti». Lo dichiara la senatrice di Più Europa Emma Bonino. «Purtroppo, però, come già segnalavo appena approdato in Aula, il rischio di affossare il provvedimento era sotto gli occhi di tutti e la preclusione sull'esame degli articoli ed emendamenti del Ddl Zan mostra una battuta d’arresto pressochè definitiva», conclude Bonino.