Dj morta, trovati resti ossei: secondo gli investigatori sono al 99% del piccolo Gioele
Arriva una svolta nella drammatica vicenda del piccolo Gioele Mondelli di quattro anni che non si trova da quindici giorni e della madre, Viviana Parisi, trovata morta l'8 agosto sotto un traliccio. Uno dei volontari che da questa mattina setacciano la zona ha trovato dei resti ossei attribuibili a un bambino. Le tracce sarebbero di Gioele. Per gli uomini che coordinano le ricerche del bambino i resti ossei portano a lui «al 99 per cento». Le tracce, come detto, e sono state segnalate da uno dei volontari che da giorni affiancano vigili del fuoco, forestali e poliziotti. L'uomo è un carabiniere in congedo.
Il posto, coperto da rovi e arbusti si trova a circa 200 metri dall’autostrada e a una certa distanza dal punto in cui è stato trovato il corpo di Viviana Parisi, ai piedi di un traliccio della rete elettrica.
Servirà l'esame del Dna
I resti sarebbero stati straziati dagli animali selvatici che li avrebbero trascinati all’interno di una fitta radura, tra la boscaglia che circonda la zona, a circa 700 metri di distanza dal traliccio ai piedi del quale è stato scoperto il cadavere della donna. Sarà quindi necessario l'esame del Dna per avere la conferma definitiva.
I familiari del bimbo - il padre del bimbo Daniele Mondello che si è recato sul luogo del ritrovamento insieme alla sorella Mariella e al padre Letterio - non sono stati fatti avvicinare al punto esatto dove è ancora in corso il sopralluogo da parte dei due medici legali e della scientifica, sotto la supervisione del Procuratore di Patti Angelo Cavallo.
I resti trovati da un ex carabiniere
A trovare i resti ossei che potrebbero essere appartenere al piccolo Gioele è stato un ex carabiniere in pensione Giuseppe Di Bello, 55 anni, di Capo D’Orlando. Il militare in congedo questa mattina aveva raccolto l’appello di Daniele Mondello, padre di Gioele, unendosi ad alcune centinaia di volontari che hanno cominciato a perlustrare la zona attorno all’autostrada Messina-Palermo. L’uomo dopo aver trovato i resti ha chiamato i vigili del fuoco che a loro volta poi hanno girato la segnalazione al magistrato che coordina l’inchiesta, il procuratore di Patti Angelo Cavallo, e alla polizia scientifica.Francesco Radicic, un altro volontario che era insieme all’ex carabiniere, ha detto che Di Bello era molto motivato: «aveva in mano una falce con cui si è fatto largo in mezzo ai rovi e a una fitta vegetazione fino a trovare i resti».