Pokè, festa il 28 settembre per la bowl hawaiana

Calici in alto il 28 settembre per la Giornata internazionale del pokè, piatto originario della cucina hawaiana nato dalla tradizione dei pescatori locali che usavano mangiarlo come spuntino preparandolo con gli scarti del loro pescato e che oggi sta conquistando le tavole di tutto il mondo.

Oggi in Italia il mercato delle pokerie , con il piatto tipico diventato una vera e propria mania diventando un must have delle pause pranzo (anche e soprattutto a domicilio), registra un valore di 86 milioni di fatturato nel 2020, arrivando a 98 milioni nel 2021, secondo il report «Il mercato del pokè in Italia» realizzato da Cross Border Growth Capital, advisor in Italia per aumenti di capitale e operazioni di finanza straordinaria per startup e Piccole e medie imprese (Pmi).

L’analisi prevede che possa raggiungere 143 milioni nel 2024. Il successo della tendenza culinaria è confermata anche dagli ordini a domicilio: secondo l’analisi del food delivery Just Eat l’andamento degli ordini di poke bowl è stato di oltre 131.000 kg nel 2020, con una crescita del +238% rispetto all’anno precedente. Da gennaio a oggi gli ordini invece sono stati oltre 218.000 kg. Tra gli ingredienti maggiormente scelti, tenendo presente la natura leggera e fresca del poke e del fatto che predilige in primis la presenza di pesce, il salmone risulta essere in testa.

Nel 2020 è stato infatti la tipologia di pesce più inserita nella composizione delle poke bowl con oltre 14.000 kg in diverse varianti: cotto, crudo, piccante o in versione tempura. Altri tipi di pesce apprezzati sono il tonno (2.040 kg) e il gambero (600 kg). Non mancano poi le curve di crescita per le poke bowl in versione vegana o vegetariana. Roma, Bologna e Milano le città in cui si registrano più ordini di poke bowl. (ANSA).