Cadavere in un sacco sul balcone, la convivente confessa: non voleva lasciarla tornare in Ucraina
E’ stato risolto il giallo di Libero Foto, l’anziano trovato morto chiuso in buste di plastica nere avvolte in una coperta e sistemato sul balcone di casa, al terzo piano di via del Veltro 45. E’ stata la convivente, una donna ucraina che viveva con lui da tempo. Lo ha fatto perchè lui non voleva che lei tornasse a casa sua, in Ucraina. Lo ha confessato lei stessa, in due telefonate che investigatori e inquirenti le hanno fatto a Cerkasy (Ucraina, appunto) dove vive la figlia e dove lei starebbe attendendo che la grave patologia da cui è affetta faccia il suo decorso.
In effetti non ci sarebbe un altro movente: l’appartamento è stato trovato meticolosamente in ordine e pulito, chiuso a chiave e senza alcun segno di effrazione. Dell’uomo è stato anche trovato il portafogli e una somma di denaro contante, elementi che destituivano di fondamento anche un omicidio per motivi economici. Anche sul suo conto corrente sono registrate le solite movimentazioni, nessuna operazione sospetta. Le indagini si sono dunque concentrate subito sulla donna, della quale non si avevano tracce da giorni. Alle cinque del mattino del 12 Ottobre al culmine dell’ennesima lite, lui l’avrebbe minacciata con un coltello (ha raccontato la donna), lei lo ha colpito alla testa con una bottiglia, poi lo ha soffocato con le buste di plastica nere dell’immondizia che aveva acquistato nei giorni precedenti, infine lo ha colpito con un coltello alla gola e a una mano. Gli stessi sacchi di plastica dove poi ha sistemato il corpo, la testa ben sigillata con nastro adesivo. Ha preso il tutto e l’ha trascinato fin sul balcone e lo ha avvolto in una coperta. Questo perchè non si sentisse il puzzo del cadavere a distanza di qualche giorno.
Terminata questa operazione, poche ore dopo era all’aeroporto di Venezia pronta a imbarcarsi per Kiev, utilizzando un biglietto acquistato il 25 settembre. E’ in Ucraina che l’ha trovata la Squadra mobile di Trieste, le cui indagini sono state coordinate dalla Procura diretta da Carlo Mastelloni. E’ stata raggiunta al telefono una prima volta il 13 novembre scorso, dal pm titolare dell’inchiesta, Federico Frezza; poi una seconda, anche con l’avvocato della difesa, il 21 novembre. Entrambe le volte la donna non ha avuto indugi: «Sono stata io». Immediata e ovvia è scattata l’imputazione di omicidio.
Le indagini della Squadra Mobile erano cominciate il 2 novembre scorso, giorno in cui, allertati dai vicini che non vedevano la coppia da vari giorni, gli agenti con l’ausilio dei vigili del fuoco sono saliti fino al terzo piano e sul balcone hanno fatto la macabra scoperta.