Elezioni

Per il Consiglio Stato "il voto nei piccoli Comuni non garantisce le donne"

Chiede di dichiarare l’illegittimità costituzionale di due norme

ROMA, 24 GEN - Il Consiglio di Stato censura le norme elettorali nei piccoli Comuni perché non garantiscono la parità di genere. E chiede alla Corte costituzionale (domani si terrà l’udienza pubblica) di dichiarare l’illegittimità costituzionale d due norme: l’articolo 71, comma 3-bis, del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali nella parte in cui non prevede la necessaria presenza di entrambi i generi nelle liste elettorali dei Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti e l’art. 30 del Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle Amministrazioni comunali, laddove non sanziona, con la loro esclusione dalla competizione, le liste elettorali che violano la rappresentatività di entrambi i sessi.

Secondo Palazzo Spada le due norme sono in contrasto con l'articolo 51 della Costituzione, che impone alla Repubblica la predisposizione di misure idonee a colmare le diseguaglianze nella partecipazione politica. E il fatto che più dei due terzi dei Comuni italiani (circa 5.500) sono formati da meno di 5.000 abitanti, rafforza i dubbi di costituzionalità: se lo scopo delle norme sulla rappresentatività di genere è quello della sua garanzia attraverso la promozione di interventi di riequilibrio, nessuna effettività - ragionano i giudici amministrativi- può dirsi realizzata se, nella maggior parte dei Comuni, gli interventi sono neutralizzati dall’assenza di un meccanismo sanzionatorio.

Non solo: per il Consiglio di Stato vengono violati anche l’articolo 3 della Costituzione, per l'irragionevolezza della mancata previsione di un vincolo nella formazione delle liste elettorali nei Comuni fino a 5.000 abitanti e per l’aver privato gli aspiranti candidati di ogni forma di tutela rispetto alla violazione del principio della parità di genere nelle competizioni elettorali e il principio di non discriminazione, riconosciuto anche dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.