RINCARI

Vino: rincari in cantina spingono i listini fino a +12%

Bollette: Bottega (Prosecco), costi saliti del 700%

Dalla primavera i prezzi dei vini negli scaffali della grande distribuzione e nella ristorazione sono destinati ad aumentare a causa di un rincaro medio dei listini delle aziende calcolato tra l’8% e il 12%, dovuto agli aumenti eccezionali dei costi di materie e servizi. Una situazione che inevitabilmente si ripercuoterà sul portafoglio del consumatore finale. A calcolarlo è The Wine Net, rete delle 7 più importanti cooperative italiane, che presenta per la prima volta i risultati dell’osservatorio nato per analizzare la situazione di mercato. Colpa di energia, trasporti, vetro, cartoni e tappi che, spiegano, fanno segnare un inizio dell’anno all’insegna dei pesanti rincari che il mondo del vino si sta trovando ad affrontare, reagendo però in due diversi modi. Mentre nel canale Horeca gli operatori hanno accettato queste variazioni, la Gdo oppone maggiori resistenze, anche se non mancano insegne che hanno compreso la situazione.


Il rincaro medio del 10% nei listini delle aziende, nel caso in cui la Grande distribuzione voglia mantenere inalterati i margini, si tradurrà in un aumento del prezzo finale per il pubblico tra il 10% e il 30%. Alcune insegne, però, stanno facendo campagne per rassicurare il consumatore sull'assenza di aumenti, facendo ricadere il mancato profitto solo sulle cantine. Un comportamento giudicato controproducente, rileva la rete, secondo la quale la soluzione corretta dovrebbe essere la trasparenza verso il cliente finale, all’insegna di un’'economia eticà che ripartisca i disagi su tutti gli attori e non solo su una categoria.

Il costo dell’energia colpisce anche la produzione del Prosecco con un aumento, per l’azienda Bottega, marchio storico del Prosecco, del 700% del prezzo.


«Nella nostra azienda si è passati da un costo mensile dell’energia elettrica del 2019 di 12.000 euro ai 69.600 del mese solo di dicembre 2021, con un aumento su base annua del 700%, pari a 600.000 euro in più» dice Sandro Bottega, patron dell’omonima azienda di Bibano di Godega di Sant'Urbano (Treviso), tra i principali produttori di vino e distillati italiani. «Le imprese italiane sono sane ed efficienti - continua Bottega - ma la visione di lungo periodo ci fa supporre che il perdurare dell’aumento dei costi vada a erodere il valore aggiunto che esse creano, con le conseguenze di riduzione degli investimenti in ricerca, necessari per la crescita e lo sviluppo».
«Anche i settori dove il consumo di energia è inferiore a quello delle industrie meccaniche - conclude -, quindi anche nell’agricoltura e nella lavorazione dei prodotti agricoli e anche quando le fonti di approvvigionamento sono alternative, come nel nostro caso, gli aumenti sono arrivati a incidere profondamente».