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Russia fuori dai Mondiali e dalle coppe europee. Conclusi i negoziati: "Punti in comune". Putin vuole il riconoscimento della Crimea russa e l'Ucraina neutrale

Mosca nella bufera: crolla il rublo, la Borsa non apre. Ma la guerra continua: raid aerei nella regione di Kiev

Le forze russe hanno lanciato attacchi missilistici su tre insediamenti urbani nella regione di Kiev, a sud della capitale ucraina. Lo riferiscono media locali, citando i servizi di emergenza statali, secondo cui i centri colpiti sono Vasylkiv, Bila Tserkva e Kalynivka. Nei raid, si aggiunge, «sono stati distrutti un dormitorio e due abitazioni». I soccorsi faticano a raggiungere le zone colpite a causa dei bombardamenti. Non si hanno al momento notizie di vittime o feriti.

Il calcio mette al bando la Russia. Con una decisione congiunta, Fifa e Uefa hanno deciso di sospendere da tutte le competizioni internazionali la nazionale di Mosca e tutti i club russi. Per effetto di questa decisione, la Russia è attualmente esclusa dal Mondiale. Dopo le prime decisioni prese dalla confederazione mondiale e da quella europea del calcio, Fifa e Uefa «hanno deciso oggi, insieme, che tutte le squadre russe - sottolinea una nota congiunta - siano esse rappresentative nazionali o squadre di club, debbano essere sospese dalla partecipazione alle competizioni internazionali delle rispettive organizzazioni fino a ulteriore notizie». La decision è stata adottata dal Consiglio Fifa e dall’Esecutivo Uefa, i massimi organismi decisionali delle due istituzioni. «Il calcio - prosegue la nota - è pienamente unito in questo campo e in completa solidarietà con tutta la popolazione colpita in Ucraina. I due presidenti confidano che la situazione in Ucraina migliori in maniera significativa e rapida, così che il calcio posso tornare ad essere portatore di unità e pace tra la gente».
In sintesi, se la guerra non cesserà e non si arriverà a una pace, la Russia non potrà giocare gli spareggi mondiali, il 24 e il 29 marzo; stop anche allo Spartak Mosca per il suo ottavo di finale di Europa League contro il Lipsia.

Dall’inizio dell’invasione russa, la Guardia di frontiera polacca ha fatto passare ai valichi con l'Ucraina oltre 281.000 persone in fuga dal Paese. Nella sola giornata di ieri sono arrivate in Polonia quasi 100.000 persone dall’Ucraina. E’ quanto riferisce l’Ambasciata di Polonia in Italia che assicura come «tutti i rifugiati provenienti dall’Ucraina, indipendentemente dalla loro nazionalità, vengono accolti e possono entrare in Polonia seguendo le procedure predisposte. Nessuna delle persone in fuga deve preoccuparsi della legalità del proprio soggiorno».

Un raid aereo ha colpito Brovary, vicino a Kiev, poco dopo la fine dei negoziati tra Russia e Ucraina. Lo riferisce il Kyiv Independent citando il sindaco della città a meno di 30 km dalla capitale, Ihor Sapozhko, secondo cui ci sono dei feriti.

Rublo ai minimi storici, tracollo delle quotazioni di società russe sulle piazze estere, la Borsa di Mosca costretta a rimanere chiusa per cercare di arginare l'effetto panico. Per la Russia è il giorno del giudizio, il lunedì nero della riapertura dei mercati dopo l’imposizione delle più pesanti - almeno finora - sanzioni per l’intervento armato in Ucraina. Una situazione «drammatica», ammette la stessa governatrice della Banca centrale, Elvira Nabiullina, mentre anche dagli oligarchi fedeli al Cremlino si alza qualche mugugno e la protesta continua a serpeggiare tra la popolazione.

I primi italiani hanno fatto ritorno a casa, dopo essere rimasti bloccati a Kiev nei giorni scorsi a causa dell’invasione russa dell’Ucraina. Il regista veronese Matteo Spiazzi, la coreografa Katia Tubini e il suo compagno Cristiano Zanus Fortes hanno fatto rientro in Italia con un volo di linea partito da Iași, al confine tra Romania e Moldavia. «Siamo appena atterrati, finalmente possiamo riabbracciare i nostri genitori», ha detto Spiazzi all’ANSA. «Siamo riusciti ad acquistare un volo dal confine della Romania per Verona - racconta -. Ne abbiamo approfittato e siamo tornati. Molti altri italiani stanno facendo lo stesso».

I negoziati tra Ucraina e Russia al confine bielorusso si sono conclusi. Lo riporta la Tass, citando fonti dei colloqui. «Abbiamo trovato alcuni punti su cui è possibile trovare un terreno comune». Lo ha detto il negoziatore russo Vladimir Medinsky al termine dei colloqui di oggi con Kiev al confine bielorusso, citato da Interfax. Putin avrebbe sostanzialmente posto sul tavolo due condizioni: il riconoscimento della Crimea, occupata dal 2014, da parte della comunità internazionale, una smilitarizzazione dell’Ucraina e la sua neutralità, che tradotto significa la garanzia che Kiev non entrerà mai nella Nato. Zelensky per ora non ha risposto ma ha lasciato intendere che da parte di Mosca l’atteggiamento non era certo quello di chi vuole trattare: si sta consultando con i partner occidentali e domani probabilmente ci sara una controproposta. L’aspetto positivo è che i colloqui non si sono chiusi immediatamente nonostante il pessimismo della vigilia ma le richieste russe, così come sono, difficilmente potranno essere recepite. Ai colloqui con la Russia, l’Ucraina ha chiesto il ritiro completo delle truppe russe dal suo territorio. Lo riferisce Anton Herashchenko, consigliere del ministro degli Interni di Kiev, citato dai media locali. «Abbiamo di fronte una battaglia decisiva, l’esercito è pronto», ha aggiunto.

"In risposta al peggioramento della situazione ucraina, la Federazione internazionale di volley ha informato oggi la federazione russa che due tappe della Nations League, previste in Russia tra giugno e luglio, sono stati riallocate con effetto immediato.

L’Unione europea chiude lo spazio aereo alla Russia. Mosca risponde bloccando i propri cieli alle compagnie di 36 paesi. A distanza di 24 ore, Putin replica con una misura «simmetrica» a quella decisa domenica da Bruxelles e da altri paesi. Mosse e contromosse che, dopo le sanzioni economiche e il traffico aereo, potrebbero allargarsi ora anche ai traffici marittimi, dove la Gran Bretagna ha già spostato la prima pedina, vietando i propri porti alle navi russe. Con la chiusura dei cieli cresce intanto la preoccupazione per gli italiani presenti in Russia, che la Farnesina invita a lasciare in fretta il paese.

Shell ha comunicato che intende uscire dalle joint venture con Gazprom. Tra queste, si legge in una nota, figurano la quota del 27,5% nel progetto per la produzione di gas liquefatto Sakhalin-II, la quota del 50% in Salym Petroleum Development e nella joint venture Gydan. «Shell - si legge nella nota - ha inoltre intenzione di mettere fine al suo coinvolgimento nel progetto di gasdotto Nord Stream 2».

Sono arrivate nel primo pomeriggio all’aeroporto di Fiumicino con un volo dalla Romania, via Iasi: sono una nonna e la sua nipotina di 7 anni, provenienti dalla zona ucraina di Mykolaiv, vicino Odessa. Dopo un viaggio dal confine fino in Moldavia sono riuscite ad entrare in Romania e da qui in aereo fino a Roma. Una volta sbarcate, si sono presentate negli uffici della polizia di frontiera per chiedere lo status di rifugiate. Si tratta del primo caso di cittadini ucraini in fuga dal conflitto giunti in aereo allo scalo romano e dove hanno chiesto direttamente qui l’asilo. Al seguito una valigia neanche troppo grande ed uno zainetto nero la nonna; solo uno zainetto colorato, con personaggi della Disney, in spalla, la bimba. Hanno riferito che ad attenderle in Italia c'è il papà della bimba, figlio dell’anziana donna, che li ha guidati nel tragitto tramite il telefonino. 

La Finlandia prende la decisione «storica» di fornire armi all’Ucraina. Lo comunica la primo ministro Sanna Marin.

Le squadre della Federazione Russa sono state sospese dall’EuroLeague Turkish Airlines e dall’EuroCup 7DAYS. Il provvedimento riguarda CSKA Mosca, UNICS Kazan e Zenit San Pietroburgo per la EuroLega e il Lokomotiv Kuban Krasnodar per l'EuroCup. Lo ha deciso il comitato esecutivo degli azionisti dell’ECA, riunito in remoto oggi, a seguito della guerra in Ucraina. 

Il Regno Unito ha deciso di chiudere i suoi porti alle navi russe, fra le ritorsioni per l'invasione dell’Ucraina. Lo ha annunciato alla Camera dei Comuni il ministro dei Trasporti del governo di Boris Johnson, Grant Shapps, spiegando che anche il settore della navigazione mercantile farà la sua parte nell’ambito delle sanzioni contro Mosca promosse e concordate dal Londra con gli alleati occidentali della Nato.

La guerra tra Russia e Ucraina è giunta al quinto giorno. Mentre ancora si combatte sono ripresi i negoziati a Gomel tra le due delegazioni (leggi la cronaca della mattinata)

Chi è seduto al tavolo dei negoziati

E’ il ministro della Difesa Oleksii Reznikov, un fedelissimo del presidente Zelensky, a guidare la delegazione ucraina ai negoziati in Bielorussia nella regione di Gomel. Alla testa della controparte russa, Vladimir Medinsky, consigliere di Putin, ex ministro della Cultura (2012-2020), molto noto per il suo estremo nazionalismo.

Questi gli altri partecipanti alla delicatissima riunione: dal lato ucraino del tavolo David Arakhamia, leader del partito di Zelensky, il vice ministro degli Esteri, Mykola Tochytskyi, già ambasciatore ucraino presso la Ue e poi in Gran Bretagna; Mikhailo Podoliak, consigliere del presidente e in questi giorni drammatici suo instancabile portavoce con i media, Rustem Umerov, uno dei tre deputati eletti a Kiev, Andryi Kostin, vice capo del gruppo di contatto trilaterale (tra Russia, Ucraina e l'Osce ) per un cessate il fuoco nel Donbass.

Per quanto riguarda la delegazione russa, accanto a Medinsky ci sono Alexander Fomin, il generale viceministro della Difesa, Andrei Rudenko, vice ministro degli Esteri dal 2019, dopo tre anni alla direzione del dipartimento che cura i rapporti con le ex repubbliche sovietiche, soprattutto Ucraina, Bielorussia e Moldavia.

Nelle foto dell’incontro non compare Roman Abramovich, fra i più ricchi oligarchi russi, che, secondo il Jerusalem Post, su richiesta di Kiev sarebbe in Bielorussa per partecipare ai negoziati. Il suo portavoce da Londra si è limitato a confermare il suo impegno negoziale senza fornire dettagli specifici. «Anche se l’influenza di Roman Abramovich è limitata - ha aggiunto - si è reso disponibile a fare un tentativo».  C'è anche il ministro degli Esteri bielorusso, Vladimir Makei, ai colloqui in corso tra Russia e Ucraina nella regione di Gomel. Lo rende noto la Tass precisando che la sua presenza tra giornalisti e assistenti è stata notata nelle immagini di un livestream BelTA. Makei ha accolto stamane le delegazioni di Ucraina e Russia per i colloqui di pace, assicurando tutti i delegati che devono sentirsi «completamente al sicuro».

«Cari amici, il Presidente della Bielorussia mi ha chiesto di darvi il benvenuto e di fornire tutto il necessario per il vostro lavoro, come concordato con il Presidente Zelensky e il Presidente Putin. Potete sentirvi completamente al sicuro qui. Questo è il nostro sacro dovere», ha detto Makei. «Il presidente Lukashenko - ha aggiunto - si augura sinceramente che, durante i colloqui di oggi, sarà possibile trovare soluzioni a tutti i problemi riguardo a questa crisi. Tutti i bielorussi stanno pregando per questo. Qualsiasi proposta, in termini di organizzazione dell’incontro di oggi, sarà considerata e assolutamente soddisfatta».

La Svizzera si allinea «integralmente» alle sanzioni imposte dall’Ue alla Russia nell’ambito della crisi ucraina. Lo annuncia il presidente Ignazio Tassis. Un annuncio storico che rompe di fatto la tradizionale neutralità del Paese elvetico. La Svizzera adotterà «tutte" le sanzioni economiche dell’Unione europea, anche contro il presidente Vladimir Putin, incluso il congelamento dei beni, ha annunciato oggi il presidente della Confederazione Ignazio Cassis.

«Si tratta di un provvedimento importante della Svizzera», ha affermato Cassis durante una conferenza stampa, aggiungendo che il Consiglio federale «sta facendo questo passo con convinzione, in modo ponderato e inequivocabile».

«L'Ucraina sta chiedendo» di accelerare «il processo di adesione da qualche tempo e finora nel dibattito generale» tra i Paesi Ue ci sono state «opinioni diverse». Lo ha detto il presidente del Consiglio Ue Charles Michel parlando con un gruppo di media europei tra cui l’ANSA.

Vladimir Putin ha detto nella telefonata a Emmanuel Macron di chiedere il riconoscimento internazionale della Crimea come territorio russo tra le condizioni per porre fine al conflitto in Ucraina. Lo riferisce il Cremlino.  

Un accordo con l’Ucraina sarà possibile solo dopo la «smilitarizzazione e de-nazificazione» di Kiev, «quando avrà assunto uno status neutrale». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin nella telefonata con l’omologo francese Emmanuel Macron. Lo riferisce il Cremlino, citato dalla Tass. Il leader di Mosca ha assicurato a Macron di essere «aperto a colloqui con rappresentanti dell’Ucraina», sottolineando tuttavia che il conflitto può essere risolto «solo tenendo in considerazione senza condizioni i legittimi interessi della Russia», secondo quanto riporta Interfax. I due capi di Stato hanno inoltre concordato di mantenere aperti i canali di dialogo.

Il Cio 'degrada' Vladimir Putin e di fatto mette al bando dallo sport mondiale gli atleti di Russia e Bielorussia. L’Esecutivo ha infatti ritirato l’Ordine Olimpico, massima onorificenza del movimento a cinque cerchi, al presidente russo dopo l’invasione dell’Ucraina; ha inoltre «vivamente raccomandato» a tutte le federazioni mondiali di «non invitare atleti russi e bielorussi» nelle competizioni sportive internazionali, e laddove non fosse possibile per «motivi di tempo o legali» le esorta a «garantire che nessun atleta o funzionario sportivo russo o bielorusso possa prendere parte sotto il nome di Russia o Bielorussia. I cittadini russi o bielorussi, siano essi individuali o di squadra, dovrebbero essere accettati solo come neutrali, senza inni e bandiere».