guerra: il punto

Ucraina: "bombardamenti nemici", interrotta l'evacuazione a Sumy. "Bombe russe anche sul corridoio a Mariupol"

«Cessate il fuoco violato! Le forze armate russe stanno ora bombardando il corridoio umanitario da Zaporizhzhia a Mariupol. 8 camion + 30 autobus pronti per portare aiuti umanitari a Mariupol e per evacuare i civili a Zaporizhzhia». Lo scrive il portavoce del ministero degli esteri ucraino Oleg Nikolenko su Twitter.

A Sumy l’evacuazione dei civili attraverso il cosiddetto 'corridoio verde' è stata interrotta «a causa dei bombardamenti dei carri armati nemici». Lo riporta l'agenzia ucraina Unian, citando un suo corrispondente nella zona. Tutte le auto in uscita vengono rimandate indietro così come e le persone che tentavano di lasciare la città a piedi.

Sono scattate le prime operazioni dell’evacuazione dalla città ucraina di Sumy. Lo riportano i media internazionali che citano il governo ucraino e mostrano un video postato sui social in cui si vedono le immagini dal corridoio umanitario di Sumy con gli autobus con la croce rossa pronti a partire e delle persone già a bordo. Le forze armate russe hanno confermato di aver dichiarato un cessate il fuoco e aver aperto i corridoi umanitari da Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol a partire dalle 10, ora di Mosca (le 8 italiane). «Per una evacuazione sicura dei civili da aeree popolate, viene dichiarato un cessate il fuoco e sono aperti corridoi umanitari da Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv, e Mariupol dalle 10 di oggi», ha detto il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov.

Gli attacchi russi sull'Ucraina non si sono comunque fermati nella notte. Almeno nove persone (10 pareva in un primo tempo), tra cui due bambini, sono morti nell’attacco aereo sferrato sulla città di Sumy a circa 350 km ad est di Kiev vicino al confine con la Russia. Lo riferiscono i servizi si soccorso ucraini. Già 'oggì o 'domanì si arriverà a quota due milioni di rifugiati ucraini secondo quanto affermato l’Alto commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi in una conferenza stampa a Oslo.

 Dialogo sì, capitolazione no. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky apre alla possibilità di trovare un compromesso sui territori del Donbass e della Crimea, ma tiene il punto. L’Ucraina non si arrenderà a Mosca. Nel Paese, dove le armi non tacciono mai, sono in corso operazioni di evacuazione - donne, anziani, bambini - da diverse città, dove la popolazione sotto assedio è ormai allo stremo e dove si continua a morire. Come a Sumy, a Est, dopo un attacco all’alba. Si aggrava la situazione umanitaria, con due milioni di profughi, mentre sul fronte dei negoziati e delle pressioni su Putin, l’Europa cerca di coinvolgere la Cina.
Intervistato dall’emittente americana Abc, Zelensky afferma che si può discutere e trovare «un compromesso su come questi territori continueranno a vivere», riferendosi alla Crimea e alle «pseudo Repubbliche» separatiste del Donbass. Dialogo ma niente resa, e lancia un 'j'accusè all’Occidente, reo di «promesse non mantenute». A Zelensky si è rivolto l’ex presidente filorusso dell’Ucraina, Viktor Yanukovich: in una lettera pubblicata dai media russi, rilanciata dal Kyiv Independent, gli chiede di «fermare lo spargimento di sangue» e di «mettere da parte l’orgoglio».

Dopo l’intervento davanti all’Europarlamento dei giorni scorsi, stasera, alle 18 (ora italiana), il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlerà in videocollegamento ai deputati della Camera dei Comuni britannica. Un segno del coinvolgimento sempre maggiore del Regno Unito e di Boris Johnson. Il premier britannico oggi riceve a Londra i leader dei quattro Paesi del gruppo di Visegrad (V4): Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca. Sul tavolo la questione della fornitura di nuove armi alle forze ucraine. Parigi è l’altro perno europeo per una possibile soluzione al conflitto, col tentativo di coinvolgere Pechino nella mediazione. In giornata è atteso un incontro tra il presidente francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e il leader cinese, Xi Jinping.
Da Mosca è arrivato nelle ultime ore un invito a Washington: tornare al principio della «coesistenza pacifica» come durante la Guerra Fredda, le parole del ministro degli esteri russo Sergej Lavrov. 

Girano intanto al rialzo le principali borse europee dopo l'indiscrezione diffusa dall’Agenzia Bloomberg sul lancio di bond da parte dell’Ue per finanziare le maggiori spese dovute alla crisi dell’energia e per la difesa a seguito della guerra in Ucraina. Indiscrezione che spinge al ribasso il rendimento dei titoli di stato italiani. Il differenziale tra Btp e Bund tedeschi scende a 149,3 punti, con il rendimento annuo dei titoli decennali in calo di 2,2 punti all’1,56%, a fronte di un rialzo di 9,2 punti per i bund tedeschi, il cui rendimento torna positivo (+9,3 punti) e per i titoli francesi (+5,8 punti)., Al rialzo anche i futures Usa. Mentre le borse asiatiche hanno chiuso la seduta in forte calo. Attese negli Usa la bilancia commerciale, vendite e scorte di magazzino e l’anticipazione dell’Api sulle scorte settimanali di greggio.

Ucciso a Kharkiv, nella notte, il generale russo Vitaly Gerasimov, vicecomandante della 41/ma Armata interforze russa, durante un combattimento a Kharkiv. La notizia, la cui veridicità non può essere verificata in modo indipendente, è rilanciata da vari social ucraini, su un tweet, in cui si dice che Gerasimov era stato decorato «per aver conquistato la Crimea». Nella notte anche un attacco delle milizie russe a un impianto di ricerca nucleare che produce radioisotopi per scopi medici e industriali è stato danneggiato dai bombardamenti della Russia nella città di Kharkiv. Stando all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) i bombardamenti non hanno causato alcun aumento dei livelli di radiazioni nel sito.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intanto richiama i soldati ucraini dislocati nelle forze di peacekeeping perchè rientrino in Ucraina per difendere il Paese e con un nuovo messaggio video, ribadisce di non essere fuggito.

Il ministro della Difesa italiano, Lorenzo Guerini, che ha incontrato ieri a Budapest il suo omologo ungherese, Tibor Benk; ha chiesto che «Putin fermi l’aggressione all’Ucraina. L’Italia contribuisce a rafforzare la deterrenza» ha assicurato.

Il Giappone sanziona 32 dirigenti russi e bielorussi congelando i loro beni, e bandisce l’export in Russia di attrezzature e materiale per la raffinazione del petrolio. Anche la Corea del Sud si è unita a Stati Uniti, Unione Europea e alleati, rendendo da oggi operativo il divieto delle transazioni con la Banca centrale russa e i fondi sovrani di Mosca in risposta all’invasione dell’Ucraina.

«Possiamo discutere e trovare un compromesso su come questi territori continueranno a vivere": lo ha detto alla ABC il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riferendosi alla Crimea e alle «pseudo Repubbliche» separatiste del Donbass. «Sono pronto a un dialogo, non alla capitolazione», ha sottolineato.