GUERRA

"Massacri in strada a Bucha". Trovata un'altra fossa comune con 57 corpi. Mosca: "Non abbiamo ucciso civili a Bucha"

Mosca ha respinto le accuse di aver ucciso civili a Bucha, la cittadina del nord-ovest della capitale ucraina. Lo ha detto il ministero della Difesa russo, secondo quanto riporta la Tass, bollando le foto ed i video sui morti di Bucha come 'fakè prodotti da Kiev e dai media occidentali.
Mosca ha aggiunto che la cittadina è stata bombardata dagli ucraini quando era ancora controllata dai russi.

Cinquantasette corpi sono stati trovati in una fossa comune a Bucha. Lo denuncia il capo dei soccorritori Serhii Kaplytchny. Una dozzina di corpi erano visibili, alcuni solo parzialmente sepolti. «Qui, in questa lunga tomba, sono sepolte 57 persone», ha detto Kaplytchnyi, che sta organizzando il recupero dei corpi.  

Le forze russe avrebbero distrutto «la più grande raffineria del Paese in un bombardamento del 1 aprile». A sostenerlo è il media ucraino 'Kyiv Independent' secondo il quale Mosca continuerebbe «a prendere di mira i depositi di petrolio nel Paese, compresi quelli a Leopoli e Dnipro nei giorni scorsi». E il ministero della Difesa russo, infatti, oggi rivendica la distruzione di una «raffineria e di 3 impianti di stoccaggio» accanto al porto di Odessa. Città dove si sta recando ora il ministro degli Esteri greco, Nikos Dendias, perchè è lì che risiede la «più grande comunità greca in territorio ucraino».
Mentre infuriano i combattimenti, con il solito rimpallo di accuse tra gli schieramenti, il vicepremier polacco Jaroslav Kaczynski dichiara al quotidiano tedesco 'Welt am Sonntag', citato dai media ucraini, che Varsavia è aperta al dispiegamento «di armi nucleari statunitensi sul suo territorio se servisse». «Se gli americani ci chiedessero di mantenere le armi nucleari statunitensi in Polonia saremmo aperti a questo. Rafforzerebbe in modo significativo la deterrenza su Mosca», spiega Kaczynski chiarendo che il dispiegamento di armi nucleari «non è stato ancora discusso», ma «questo potrebbe cambiare presto».
Anche l’Ue avverte il Cremlino che si sta mettendo a punto un altro pacchetto «di sanzioni», come conferma su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che parla anche di «nuovi aiuti all’Ucraina». E contro la guerra torna a scagliarsi Papa Francesco che da Malta invita a pregare «per la pace, pensando alla tragedia umanitaria della martoriata Ucraina, ancora sotto i bombardamenti di questa guerra sacrilega».
Intanto, il bilancio che fanno gli ucraini, anche in termini di vittime, si fa sempre più pesante. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, su twitter, parla di «massacro deliberato» a Bucha dove, tra «i corpi nelle fosse comuni» sarebbe stato trovato anche quello «di un calciatore». Si tratterebbe di «Oleksandr Sukhenko, ex calciatore del club Seagull Second League» che sarebbe stato «ucciso insieme ai suoi genitori». «I russi - osserva sempre Kuleba - mirano ad eliminare il maggior numero possibile di ucraini. Dobbiamo fermarli e cacciarli via».
Nell’attesa, sarebbero in corso le evacuazioni da varie città, a cominciare da Mariupol. Un portavoce dei separatisti di Donetsk, Eduard Basurin, conferma che da mezzanotte sarebbe «in vigore un cessate il fuoco temporaneo» per consentire ai «cittadini stranieri» di uscire dalla città. «Da Berdyansk gli stranieri possono essere evacuati lungo qualunque strada: via terra verso la Crimea o verso i territori controllati da Kiev, oppure via mare» dichiara Basurin citato da Interfax. Non si precisa per quali cittadini stranieri sia stato aperto il corridoio umanitario, ma il cessate il fuoco temporaneo sarebbe stato accettato da Mosca su richiesta diretta del presidente turco Erdogan a Putin. Ieri la Turchia aveva proposto di inviare sue navi per evacuare turchi e ucraini da Mariupol via mare. 

Melinda Simmons, ambasciatrice britannica in Ucraina, ha accusato l’esercito russo di usare deliberatamente lo stupro come arma militare. «Lo stupro è un’arma di guerra. E anche se non conosciamo ancora la portata del suo uso in Ucraina, è già chiaro che faceva parte dell’arsenale della Federazione Russa», ha affermato la diplomatica, come riporta Pravda ucraina.
Per Simmons ci sono prove sufficienti per parlare di azioni deliberate e approvate dai militari, non di singoli crimini. «Le donne sono state violentate davanti ai loro figli, le ragazze davanti alle loro famiglie, come atto deliberato di riduzione in schiavitù».