dall'unicef

Bimbi e paura della guerra. Otto consigli per superarla

Otto consigli per parlare ai propri figli di guerra: li ha stilati l’Unicef.


Primo: parlare
Il primo è «scoprite cosa sanno e come si sentono». Viene suggerito anche il luogo per il colloquio, meglio durante un pasto in famiglia ed evitare di farlo prima di andare a letto. E’ importante, secondo l’Unicef, «non minimizzare o ignorare le loro preoccupazioni. Se fanno una domanda che potrebbe sembrarvi estrema, come “Moriremo tutti?”, rassicurateli sul fatto che non accadrà, ma cercate anche di scoprire cosa hanno sentito e perchè sono preoccupati che ciò accada».


Secondo: l'etàIl secondo consiglio dell’Unicef è «prestate attenzione alle caratteristiche della loro età e a contenere le vostre paure: è importante utilizzare un linguaggio adatto all’età, osservare le loro reazioni ed essere attenti al loro livello di ansia. «È normale - avverte l’Unicef - che anche voi vi sentiate tristi o preoccupati per quello che sta succedendo. Ma tenete a mente che i bambini prendono i loro stimoli emotivi dagli adulti, quindi cercate di non condividere troppo le vostre paure con vostro figlio. Parlate con calma e fate attenzione al vostro linguaggio del corpo, come le espressioni del viso. Per quanto possibile, rassicurate i vostri figli sul fatto che sono al sicuro da qualsiasi pericolo».


Terzo: compassione
Il terzo consiglio è «condividete compassione, non stigmatizzazione»: evitate l’utilizzo di semplificazioni e di etichette come «persone cattive» o «malvagi» e cogliete invece l’opportunità di incoraggiare la compassione, come per le famiglie costrette a fuggire dalle loro case.


Quarto: vicende positive
Il quarto è «concentratevi su ciò che è possibile fare»: cercate vicende positive, come le storie dei soccorritori che assistono le persone o dei giovani che chiedono la pace.


Quinto: l'angoscia
Il quinto «fate attenzione a chiudere le conversazioni nel momento appropriato»: al termine di ogni momento di dialogo e confronto, è importante assicurarsi di non aver lasciato i propri figli in uno stato di angoscia.


Sesto: i cambiamenti
Il sesto è «continuate a prestare attenzione ai comportamenti, alle parole e ai silenzi dei vostri ragazzi»: fate attenzione a eventuali cambiamenti nel modo in cui si comporta o si sente, come l’insorgere di mal di stomaco, mal di testa, incubi o difficoltà a dormire.


Settimo: eccesso di tv
Il settimo è «limitate il dilagare delle notizie» ovvero fare attenzione a quanto sono esposti ai notiziari «quando sono pieni di titoli allarmanti e immagini sconvolgenti».


Ottavo: la cura
L’ultimo consiglio per l’Unicef è: «prendetevi cura di voi stessi» perché «sarete in grado di aiutare meglio i vostri figli se anche voi starete reagendo bene».
red.sal.