Canicola

Asti: colpo di calore, uomo salvato da un trapianto di fegato

Si era messo a bruciare sterpaglie con 40 gradi

Le temperature tanto elevate della scorsa settimana e l’idea di accendere un falò di sterpaglie hanno rischiato di essere fatali per un uomo di 57 anni, nell’Astigiano. Senza trapianto di fegato, eseguito in tempi strettissimi, non avrebbe avuto scampo. In salute e con un passato da sportivo, nella corsa, è stato salvato all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Ha avuto infatti solo il tempo di urlare una richiesta di aiuto, poi è svenuto, ma i vicini hanno chiamato i soccorsi. La prima temperatura corporea rilevata dal 118 è stata di 41 gradi, a prova di un cosiddetto "colpo di calore".

Intubato e trasportato in elisoccorso ad Alessandria, dopo il raffreddamento del corpo con mezzi fisici (ghiaccio e infusioni endovenose fredde) e l’applicazione di terapie per sostenere le funzioni vitali, si è stabilizzato. A poco più di 36 ore però non dava alcun segno di risveglio dal coma e si trovava in uno stato di grave insufficienza epatica acuta. Qui la decisione di contattare i medici delle Molinette per valutare l’opzione salva-vita di un trapianto epatico, Mauro Bruno e Silvia Martini della gastro-epatologia dell’ospedale Molinette e il professor Renato Romagnoli, direttore del Centro Trapianto Fegato Molinette.

Accertata una compromissione neurologica su base metabolica ancora compatibile con un trapianto di fegato, il paziente è stato trasferito in eliambulanza alla Rianimazione 2 delle Molinette diretta da Roberto Balagna, e inserito in lista d’attesa per trapianto di fegato in "super-urgenza nazionale". Trovato il donatore a Udine, l’équipe è andata in Friuli per il prelievo.

«Nei quasi 4.000 trapianti eseguiti - ha commentato Romagnoli - non ci è mai successo un caso simile, soprattutto di dovere valutare in tempi così stretti: è un intervento unico per il tipo di situazione, che ha generato il danno epatico così grave e così rapidamente. Il fegato - ha spiegato - è un organo molto sensibile al calore. Il cervello paradossalmente ha meccanismi di difesa superiori. E qui c'è stato un insieme di concause, caldo estremo in campagna, fra 38 e 40 C gradi ambientali, la malaugurata idea di bruciare sterpaglie, quindi verosimilmente l'uomo è stato investito da calore e fumo, pur senza ustioni». «L'evoluzione in questi casi è rapidissima e la finestra del trapianto è fino alla terza o quarta giornata, non oltre». «Per la sua estrema rarità, il quadro di severo danno epatico secondario a colpo di calore pone particolari criticità nella sua valutazione e nella sua scelta di trattamento» ha confermato Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute.