DELITTO

Femminicidio a Bologna, il procuratore: "Non è un caso di malagiustizia, quello che potevamo fare l'abbiamo fatto"

La Cartabia chiede accertamenti agli ispettori 

«In questa vicenda non si può affatto parlare di malagiustizia». Lo dice al Gr1 il procuratore di Bologna Giuseppe Amato, sulla morte di Alessandra Matteuzzi, uccisa dall’ex compagno, che aveva denunciato per stalking. «La denuncia - dice Amato - è stata raccolta a fine luglio, il primo agosto è stata iscritta e subito sono state attivate le indagini che non potevano concludersi prima del 29 agosto perchè alcune persone da sentire erano in ferie. Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto». Dalla denuncia, secondo Amato, «non emergevano situazioni di rischio concreto di violenza, era la tipica condotta di stalkeraggio molesto».

Mazzi di fiori sono stati portati in mattinata da vicini e conoscenti all’ingresso del palazzo di via dell’Arcoveggio, a Bologna, dove abitava Alessandra Matteuzzi, la 56enne uccisa dall’ex fidanzato Giovanni Padovani, 27 anni, che lei a luglio aveva denunciato per stalking. 'Per la famiglia Matteuzzì si leggeva nel biglietto che accompagnava uno dei mazzi. Il piccolo portico dove, martedì sera, è avvenuto l’omicidio è stato nel frattempo ripulito dalle macchie di sangue, rimaste a terra fino a ieri. Manca ancora la panchina sulla quale la donna è stata massacrata, a botte e martellate, e che era stata rimossa dalla polizia subito dopo il fatto.

La Cartabia chiede accertamenti agli ispettori 
La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, attraverso il suo Gabinetto, ha chiesto agli uffici dell’Ispettorato di «svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari, formulando, all’esito, valutazioni e proposte». Un’iniziativa presa a fronte delle ricostruzioni di stampa sul femminicidio di Bologna. E’ quanto si apprende da fonti di via Arenula