Reportage
Londra, tutti in fila anche di notte: l'omaggio a Elisabetta di almeno 400mila persone
E il popolo è già con Carlo: «Farà bene»
DAL NOSTRO INVIATO
Londra - In due giorni, davanti al feretro di Elisabetta II sono passate quattrocentomila persone. Praticamente tutti gli abitanti di Parma e provincia. E, senza tanti sforzi, si può anticipare che quando Queen Elizabeth lascerà Westminster Hall per il funerale nella vicina abbazia di Westminster, domattina, il numero arriverà a un milione. Se non di più.
Noi entriamo a rendere omaggio a sua maestà all’una di notte. Sì, la veglia dura ventiquattr’ore ininterrotte. A poco più di un chilometro ci sono i colori, la musica e la festa di Soho, il traffico di Charing Cross e Trafalgar Square. Attorno al parlamento inglese, dove si trova la Hall, c’è un chilometro quadrato di zona in cui è vietato il traffico (un labirinto impressionante di transenne). Praticamente lo spazio che va dal torrente Parma a viale Mentana, viale San Michele.
Il silenzio è impressionante, nonostante un via vai ordinato di persone, tra chi ha già omaggiato Elisabetta II, curiosi, giornalisti, poliziotti e steward. A proposito, il servizio d’ordine è imponente: una divisa o una pettorina fluo ogni 4-5 metri. Per accedere al feretro, avvolto dallo stendardo dei Windsor, sormontato dalla corona imperiale e vegliato da quattro Yeoman Beefeaters (i guardiani della Torre di Londra), due lancieri e quattro granatieri (quelli dal berretto di pelo d’orso) le persone sono in fila da ore. Anche dieci. Già, perché la coda inizia nel parco di Southwark, 6-7 chilometri lontano, affiancando il Tamigi e «abbracciando» il ponte di Lambeth. Per rendervi l’idea, immaginate un serpentone che parte dal nostro casello dell'autostrada, arriva a viale Caprera e risale fino al liceo Romagnosi.
A fianco del feretro, due file di persone scivolano lentamente. La cornice incute rispetto e soggezione: è la parte più antica dell’intero complesso dove si riunisce il Parlamento, un lungo salone con pietre ricche di storia e soffitto ad arco in legno. I passi sono come un soffio che batte ritmato e scivola. Il silenzio è religioso. Quattrocentomila persone sono una città. Ed ecco che, per l’omaggio alla regina, solo uno sguardo di pochissimi secondi, dopo ore di coda, c’è di tutto. Una donna incinta sfila con il capo chino. Ci sono persone sole e intere famiglie. C’è persino una giovane donna con un vestito da sera, scarpe colorate con la bandiera britannica e tanto di tacchi. In tanti sono vestiti a lutto. Un anziano ha appuntato le sue decorazioni militari sulla giacca ben stirata. Un signore robusto si ferma e fa il saluto militare. Un altro si inginocchia e si fa il segno della croce. In molti passano e non alzano la testa: ma lì, per la regina Elisabetta, volevano esserci.
Tanti volti, tante etnie: una giovane donna ha il vestito folkloristico di qualche paese africano. Un altro mostra la sua provenienza orientale. Un uomo sfila con la busta della spesa, dentro il necessario per rimanere in fila ore. C’è chi piange e chi ringrazia il personale dell’accoglienza. Questa sorta di navata lunga, alta, sembra infinita.
Tante storie attorno a queste persone. Già nel pomeriggio ci siamo messi in coda per sentirne qualcuna, da chi ha preso mezza giornata di riposo per esserci o chi è salito in treno la sera prima, dal nord. Marito e moglie si danno il cambio, per andare a prendere da bere. Due amici decidono chi per primo deve andare in bagno. Il serpentone lungo il Tamigi è affiancato da due-tre punti ristoro e toilette. Due amiche si sono portate le sedie pieghevoli e, con il sorriso, le fanno utilizzare anche dalle persone attorno. È il «popolo» di Elisabetta II: «È stata la nonna di tutti», commenta un quindicenne. Un signore più attempato fa i conti: «Mio padre ha visto quattro re, io due».
E Carlo III? Proviamo a stuzzicare. In barba a chi fa dell’ironia o lo critica, il nuovo re supera l’esame della coda: «Ha studiato tanto per fare il re, non può che fare bene», ci rispondono in tanti. «A me piace», c’è chi taglia corto. Oppure: «Un’eleganza come pochi…». E Kate supera l’esame da «futura regina». William sarà re «Con una nonna così, non può che avere imparato bene». Harry e Meghan? «Se a loro il palazzo stava stretto, hanno fatto bene». E infine Camilla: «Se piace a lui (Carlo ndr), noi non possiamo che essere d’accordo». Un giovane con le trecce rasta: «Io non sono assolutamente per la monarchia, ma non potevo non venire a renderle omaggio. Se non altro perché mia nonna, che non è potuta venire, l’adorava». La coda scivola lentamente, le persone si incrociano e, anche se non si conoscono, si salutano. Ci allontaniamo. Poco alla volta, la bolla di silenzio, commozione, rispetto si trasforma in automobili, risate, voci e musica. Attorno, Londra continua a vivere.