elezioni 2022

Letta chiama la Meloni e riconosce la vittoria di Fdi: 26% , primo partito e 10 regioni. Giù la Lega, Pd sotto il 20, M5s al 15. I risultati dei "big". L' "eterno" Svp sfiora il cappotto in Alto Adige. +Europa: "Riconteggio schede"

Affluenza al 63,1 %. Tiene Forza Italia: Berlusconi rieletto. A Bologna Casini batte Sgarbi. Firenze, vince Ilaria Cucchi. Bonino e Calenda beffati

Il segretario del Pd Enrico Letta ha telefonato a Giorgia Meloni. E’ quanto si apprende da fonti del Nazareno. Nel corso del colloquio, Letta ha riconosciuto la vittoria della leader di FdI e del centrodestra.

Discorso di 6 minuti nella notte per Giorgia Meloni, a un passo dall'incarico di premier. Salvini e Letta tacciono, parleranno questa mattina. Conte: "Chi toccherà il Reddito di cittadinanza dovrà vedersela con noi".

Tra i big, Silvio Berlusconi rieletto al Senato. A Bologna Pierferdinando Casini col 40% batte Vittorio Sgarbi al 32 e si appresta a vivere la sua 11esima legislatura. A Firenze vince Ilaria Cucchi.

 Il ministro degli Esteri e leader di Impegno Civico, Luigi Di Maio, non è stato rieletto. Quando mancano ormai poche sezioni al risultato definitivo (403 le sezioni scrutinate su 440) nel collegio di Napoli Fuorigrotta 2 per la Camera, ha ottenuto il 24,3% dei voti. Nettamente primo l'ex ministro dell’Ambiente, in lizza per il Movimento 5 Stelle, Sergio Costa, al 40,5%. Terza Maria Rosaria Rossi, in lizza per il centro destra, col 22,2%. Solo quarta la ministra Mara Carfagna, di Azione, al 6,7.

Emma Bonino vince il "derby" contro l'ex alleato Carlo Calenda nel collegio uninominale Lazio 2. Ma davanti a tutti c’è Lavinia Mennuni di Fratelli d’Italia con oltre il 36%. In Basilicata al Senato, quando mancano poche sezioni scrutinate, è consalidato il successo della presidente uscente di Palazzo Madama, Elisabetta Casellati (Forza Italia), al 36%. «Il risultato di ieri da un punto di vista politico è un risultato che ha dello straordinario. Il problema è che ci siamo fermati a un 2.95%. Una sorta di errore statistico: lo 0,05% sono poco più di 10 mila voti a livello nazionale, a fronte di centinaia di migliaia di schede nulle. Per questo chiederemo un riconteggio dei voti». Lo ha dichiarato Benedetto Della Vedova, segretario nazionale di +Europa, in occasione della conferenza stampa organizzata nella sede romana del partito.

A Sesto San Giovanni, nella ormai ex Stalingrado d’Italia, Isabella Rauti ha vinto la sfida per il Senato al collegio uninominale dove ha ottenuto il 45,4% dei voti contro il 30.80 di Emanuele Fiano.
Un successo schiacciante per l’esponente di Fdi, figlia di Pino ex segretario del Msi, fra i fondatori della Fiamma tricolore rispetto all’ormai ex deputato Pd, figlio di Nedo Fiano, sopravvissuto ad Auschwitz.
Sempre al Senato in Lombardia un’altra esponente di Fdi ha sconfitto un esponente del Pd: a Cremona la coordinatrice regionale Daniela Santanchè ha ottenuto il 52,17% dei voti contro il 27,3% di Carlo Cottarelli, che potrebbe entrare comunque in parlamento con il proporzionale.

Rita  Dalla Chiesa eletta a Molfetta con Forza Italia. Monica Cirinnà perde col 31% nel collegio 4 del Lazio.

Claudio Lotito eletto senatore in Molise. Il presidente della Lazio ha vinto la sfida nel collegio uninominale dove era candidato per il centrodestra. Lotito ha atteso i risultati nell’albergo di Campobasso che nell’ultimo mese è stata la sua residenza molisana poi nel, cuore della notte, ha commentato la vittoria.
«Io in questa campagna elettorale ho messo cuore, passione e sentimenti autentici - ha detto - che sono stati recepiti dai molisani. Gli abitanti di questa regione mi sono entrati nel cuore e hanno capito la mia totale disponibilità. Ora porterò lo loro istanze in Parlamento con la stessa determinazione che ho impiegato nella campagna elettorale».

In Alto Adige i no vax al 6%. Svp sfiora il 'cappotto'

Nel bosco di partiti più o meno giovani del parlamento italiano spicca un larice secolare, la Suedtiroler Volkspartei. Il partito di raccolta dei sudtirolesi da tempo è l’unico partito ad essere ancora presente dal dopoguerra ad oggi e uno dei pochi in Europa capace di raccogliere il 40% dei consensi. Il 'cappottò di sei parlamentari su sei è stato impedito solo dall’ex sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli, che si è imposto nel collegio senatoriale di Bolzano per poche centinaia di voti. La Svp ha comunque perso notevolmente voti rispetto al 2018 e a Roma i rapporti con un eventuale governo Meloni non saranno facili.
«La Svp, come ha sempre fatto, a Roma parlerà con tutti. Chi ultimamente si è dichiarato a parole a favore dell’autonomia ora lo dimostri anche con i fatti», ha commentato il segretario della Svp, Philipp Achammer. «Ovunque avanzano le forze radicali, perchè governare in questo momento così difficile non viene sempre premiato dagli elettori. Solo l’Alto Adige ha un altro colore, dove resistono le forze moderate», ha aggiunto il governatore Arno Kompatscher.
A poche ore dal voto è arrivato il primo botta e risposta tra Svp e Fdi. La senatrice Julia Unterberger, in un’intervista, ha escluso che il suo partito possa votare la fiducia a un governo Meloni. In risposta Marco Galateo di Fdi ha detto che i «pregiudiziali sul governo, ancora da venire, di Giorgia Meloni, senza neanche aver potuto vederne il programma, sono una discriminazione ideologica». «Buona fortuna autonomia se queste sono le premesse», ha aggiunto Galateo.
Che il clima sia destinato a cambiare lo pensa evidentemente anche la Csu bavarese. Il ministro-presidente Markus Soeder ha infatti annunciato che il suo partito intende occuparsi maggiormente del benessere degli altoatesini, perchè «là c'è molta, molta preoccupazione dopo la serata di ieri».
Ma a sorprendere in Alto Adige non è stata certo la Svp quanto il risultato della lista Vita, vicina al movimento no vax, che si attesta intorno al 6%. Secondo la candidata Renate Holzeisen, «è andata molto bene, anche in considerazione del fatto che non abbiamo avuto alcuna visibilità e che siamo sorti, come formazione politica, poco prima delle elezioni». A Bolzano l'anno prossimo si rinnova il consiglio provinciale e la candidatura di una lista no vax è sempre più probabile. «Il risultato - ha proseguito perciò Holzeisen - ci incoraggia a continuare il nostro lavoro, cercando di raggiungere gli obiettivi del nostro programma elettorale». Il suo movimento intende «contrastare con forza le violazione dei diritti dell’uomo».

Alla Camera FdI è il primo partito in 10 regioni, 7 ai M5s, 2 al Pd

Alla Camera Fratelli d’Italia è il partito più votato nella metà delle regioni del Paese, in particolare al Nord, mentre al Sud e nelle Isole quello con più preferenze è Movimento Cinque Stelle, con il Partito Democratico avanti nel centro Italia solo in Emilia Romagna e in Toscana. E' quanto emerge dagli scrutini, con i dati ancora parziali ma quando manca ancora soltanto il 2% delle sezioni.
Nello specifico, alla Camera FdI è il primo partito in dieci regioni (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Trentino Alto Adige, Umbria e Veneto) mentre in altre sette (Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) il primato di voti va al M5s e in altre due al Pd (Emilia Romagna e Toscana). Infine in Valle d’Aosta all’Autonomie Progrès Fèdèralisme. In tutte le regioni, laddove non è il primo partito, Fratelli d’Italia si piazza comunque al secondo posto: fa eccezione solo la Campania, con M5s primo partito e il Pd secondo.
Nel dettaglio, in Basilicata M5s è il primo partito (24,75) e stacca di circa 6 punti FdI; in Calabria M5s (29,53) stacca di circa 10 punti FdI; in Campania 1 M5s (41,34) stacca di circa 27 punti il Pd secondo partito; in Campania 2 M5s (27,68) stacca di circa 6 punti FdI; in Emilia Romagna il Pd (28,25) stacca di circa 3 punti FdI; in Molise M5s (24,41) stacca di circa3 punti FdI; in Puglia M5s (27,97) stacca di circa 4 punti FdI; in Sardegna M5s (26,35), stacca di circa 3 punti FdI; in Sicilia 1 M5s (30,62) stacca di circa 13 punti FdI; in Sicilia 2 M5s (26), stacca di circa 6 punti FdI; in Toscana il Pd (26,41), stacca di circa un punto FdI; in Valle d’Aosta, Vallèe d’Aoste - Autonomie Progrès Fèdèralisme (38,63), stacca di circa 9 punti il partito formato dall’intera coalizione di Centrodestra.