stati uniti
L'aggressore di Paul Pelosi non era conosciuto alle autorità. Sul web inneggiava a Hitler e definiva l'Olocausto una bufala
E' stato operato con successo il marito di Nancy Pelosi, la speaker della Camera, aggredito ieri a martellate in casa propria da un uomo che gridava 'dov'è Nancy', la stessa frase usata dai sostenitori di Donald Trump il 6 gennaio. Il presidente Usa, Joe Biden, ha definito l’aggressione «ignobile" mentre nel Paese sale l’allarme sui «violenti estremisti interni» che sono «una minaccia per le elezioni di metà mandato».
Anche l’aggressore di Paul Pelosi è ancora in ospedale. Lo afferma il capo della polizia di San Francisco, sottolineando che è stato il marito della speaker della Camera a chiamare il 911, il 113 locale, e allertare la polizia. L’aggressore non era conosciuto alla Capitol Police e non era in nessuno dei database federali di persone pericolose. Lo riportano i media americani.
Le autorità americane stanno passando al setaccio la sua presenza online. Le prime indiscrezioni rivelano una lunga scia di odio da parte di David Depape. «Hitler non ha fatto nulla di sbagliato», è il suo post del 26 agosto. Secondo quanto riportato da alcuni media americani, gli ultimi post di Depape mostrano una sua radicalizzazione nell’estrema destra. Ha definito l’Olocausto una bufala e in uno dei suoi ultimi post ha scritto: «più ucraini muoiono inutilmente, meno costosa sarà la terra da acquistare per gli ebrei». Depape aveva inoltre legami con l'attivista nudista Gypsy Taub.