tentato femminicidio

Lite in famiglia a Napoli: dieci coltellate alla moglie. Arrestato

La lite, le urla e poi dieci coltellate alla moglie, che ora è ricoverata in ospedale in prognosi riservata. E’ accusato di tentato omicidio e maltrattamenti il 37enne di Giugliano, in provincia di Napoli, arrestato dai carabinieri nella serata di ieri dopo il tentato femminicidio in un’abitazione alla periferia della città.
La lite è scoppiata attorno alle 20. Secondo una prima ricostruzione la discussione, probabilmente per motivi sentimentali, è degenerata e l’uomo, definito tranquillo da chi lo conosce e con un lavoro regolare, ha colpito la moglie 32enne con un coltello, che poi avrebbe spezzato. E tenendo la lama tra le mani si sarebbe anche ferito. Dopo aver tentato di uccidere la donna, il 37enne ha chiamato lui stesso i soccorritori del 118 che, arrivati nell’abitazione, hanno condotto la donna al pronto soccorso dell’ospedale «San Giuliano» di Giugliano e poi hanno allertato i carabinieri della Compagnia. La donna ha riportato diverse ferite, quella più grave è alla zona lombare. E’ ricoverata in prognosi riservata e viene tenuta sotto osservazione. Nel frattempo l’uomo, dopo essere stato portato in un primo momento in caserma, è stato condotto nel carcere di Poggioreale. Per le indagini i militari ascolteranno la 32enne non appena le sue condizioni di salute lo consentiranno. Quello di ieri sera è il secondo episodio di violenza sulle donne avvenuto a Giugliano in tre mesi: a settembre una donna era stata colpita dal marito con una mazza di metallo, riportando ferite guaribili in 11 giorni.
Ed è sempre accesa la polemica sulla mancanza, dallo scorso gennaio, di un centro antiviolenza in un comune che, per numero di abitanti, è la terza città della Campania. Il servizio è stato svolto per 24 anni dall’associazione di volontariato «Spazio Aspasia» ma a gennaio scorso l’amministrazione, guidata dal sindaco Nicola Pirozzi, ha deciso di bandire una gara di appalto per istituire due nuovi centri antiviolenza che però, a quanto si apprende, al momento, non è stata ancora conclusa. Pertanto le donne vittime di violenza devono rivolgersi ai servizi sociali che possono poi fruire, in caso di necessità, dei servizi resi dai centri antiviolenza del Comuni limitrofi. Nell’ultimo anno ai servizi sociali del Comune per attività di orientamento e ascolto si sono rivolte 26 donne, di cui 6 sono state poi collocate in case rifugio.