MILANO

Omicidio di Giulia Tramontano, il Pm: "Il fidanzato ha cercato online come ucciderla, c'è la premeditazione"

L'assassino tentò di bruciare il corpo per due volte e poi cercò di incontrare l'amante

La scorsa notte il 30enne, in caserma a Senago, ha confessato e ha indicato dove aveva nascosto il corpo: l’ha buttato in un’intercapedine, una sorta di buco, dietro dei box in un’area non lontana dall’abitazione e ha cercato, poi, di coprirlo con delle cose buttate sopra, come del cellophane. Interrogato dal pm e dai carabinieri ha detto: «Sono stato io». Lo ha ripetuto, senza mai piangere ma consapevole di quel che aveva fatto, e aggiungendo: «L'ho colpita con due o tre coltellate». Coltellate in parti vitali del corpo. Nelle prossime ora sarà effettuata l’autopsia. L’omicidio sarebbe avvenuto tra le 19.05 di sabato, quando una telecamera davanti all’abitazione ha ripreso per l’ultima volta Giulia, e le 20. Altre telecamere di sorveglianza hanno inquadrato, poi, gli spostamenti successivi dell’uomo per andare a nascondere il corpo, dopo averlo caricato nella sua auto e dopo due tentativi di bruciarlo. La macchina, controllata ieri dagli investigatori e nella quale sono state trovate tra cce di sangue, puzzava ancora di benzina. Nel pomeriggio di sabato si erano incontrate la fidanzata e l'amante, su richiesta di quest’ultima per un colloquio chiarificatore, ma l’uomo non aveva voluto partecipare a quell'incontro. Quando la 29enne è rientrata a casa c'è stata la lite e poi l’omicidio. Il fermo è stato firmato dai pm verso le 6.50 di stamani. Nella sua denuncia, stando alle indagini, l'uomo ha raccontato diverse cose non vere, secondo l’accusa, come che era stato in un posto, risultato poi inesistente, a comprare e fumare marijuana.

Pm, il fidanzato di Giulia ha cercato online come ucciderla

 «Ha cercato online come uccidere e come disfarsi del corpo della sua compagna Giulia Tramontano». A dirlo è il pm Alessia Menegazzo riferendosi alle indagini che hanno portato al fermo di Alessandro Impagnatiello, che nella notte ha confessato ai carabinieri di aver ucciso la sua compagna incinta di 7 mesi. «Si tratta di un omicidio premeditato - ha aggiunto nel corso della conferenza stampa in procura - Quando ha incontrato in casa Tramontano, aveva già deciso come ucciderla». Alessandro Impagnatiello «ha inviato messaggi all’amica della compagna dal telefono della Tramontano quando l’aveva già uccisa». E’ quanto sostengono gli inquirenti che stanno lavorando al caso di Senago. Questo è il motivo per cui viene contestata la premeditazione. Il delitto sarebbe avvenuto tra le 19 e le 20.30. Fondamentali le immagini delle telecamere e il ritrovamento di macchie di sangue evidenziate con il luminol. «Secondo quanto abbiamo ricostruito, la Tramontano ha incontrato l'altra donna di Impagnatiello alle 17 all’Armani Bar e poi è rientrata a casa alle 19».

Cinque minuti prima che Giulia Tramontano entrasse in casa, Alessandro Impagnatiello ha cercato su Internet «come disfarsi di un cadavere in una vasca da bagno" e «come ripulire macchie di bruciato». E’ quanto emerge da fonti investigative in relazione all’omicidio della donna incinta di sette mesi a Senago (Milano). L’uomo ha premeditato la morte della compagna e dopo l'omicidio ha tentato di distruggere il cadavere in due momenti diversi: prima, in casa, cospargendola di alcol, poi nel box con benzina. 

La sorella di Giulia, 'ci avete dato speranza di trovarla, grazie'

 «Grazie. Grazie di averci dato la speranza di trovarla. Grazie di averci creduto ed aiutato. Grazie dal profondo del cuore di una famiglia distrutta, di fratelli che non hanno avuto la possibilità di cullare il proprio nipote. Di genitori che sono stati privati del diritto di essere tali». Lo scrive la sorella di Giulia Tramontano, la 29enne incinta di sette mesi uccisa a Senago, nella prima storia Instagram condivisa dopo le notizie del ritrovamento del corpo e del fermo per omicidio del fidanzato. «La nostra famiglia sarà per sempre unita come in questa foto», aggiunge, condividendo un’immagine che ritrae tutti insieme, mamma, papà e figli.

I familiari di Giulia portano i fiori dove c'era il corpo

I familiari di Giulia Tramontano, tra cui il fratello Mario, si sono reca ti stamani in via Monte Rosa a Senago, nel Milanese, a lasciare dei fiori nei pressi del luogo in cui i eri sera è stato trovato il corpo della 29enne, nascosto dietro ad alcuni box. Accanto a un peluche di Tigro e ai vari bouquet portati da amici e conoscenti, spicca quello della famiglia, composto di fiori rosa e bianchi. «Per sempre nei nostri cuori - si legge sul bigliettino -, mamma, papà, Chiara, Mario». In alto a destra c'è scritto «per Giulia e Thiago», probabilmente il nome che la donna aveva scelto per il bimbo che portava in grembo.

Chiuso l’Armani Bamboo Bar dove lavorava l'assassino

 L’Armani Bamboo Bar, dove lavorava Alessandro Impagnatiello, il 30enne che ha confessato l’omicidio della compagna 29enne Giulia Tramontano, oggi rimarrà chiuso e l'accesso non sarà consentito a nessun cliente esterno. Il locale avrebbe dovuto aprire alle 11. L’ingresso è presidiato dai buttafuori dell’Armani Hotel.

Ultimi sms dal cellulare di Giulia inviati dal fidanzato
Alessandro Impagnatiello «ha inviato messaggi all’amica della compagna dal telefono della Tramontano quando l’aveva già uccisa». E’ quanto sostengono gli inquirenti che stanno lavorando al caso di Senago. Questo è il motivo per cui viene contestata la premeditazione. Il delitto sarebbe avvenuto tra le 19 e le 20.30. Fondamentali le immagini delle telecamere e il ritrovamento di macchie di sangue evidenziate con il luminol. «Secondo quanto abbiamo ricostruito, la Tramontano ha incontrato l’altra donna di Impagnatiello alle 17 all’Armani Bar e poi è rientrata a casa alle 19».

L'altra donna di Impagnatiello, 'falsificò messaggio Giulia'. Sentita a verbale: 'Mi ero preoccupata perché non rispondeva'
L’altra donna che aveva una relazione con Alessandro Impagnatiello, il 30enne in carcere per aver ucciso Giulia Tramontano, ha raccontato, sentita come teste e facendo acquisire i messaggi, che ricevette nella serata di sabato un messaggio dal telefono della 29enne con su scritto «ti ho mentito, lasciami in pace», dopo che le due si erano incontrate e si erano confrontate anche sui «maltrattamenti psicologici» dell’uomo. Quel messaggio, in realtà, sarebbe stato Impagnatiello a mandarlo, perché Giulia era già morta. L’altra giovane si era anche già «preoccupata», ha riferito, perché lei non aveva risposto subito ad un suo whatsapp.
«Con Giulia ci siamo parlate e confidate» e trovate d’accordo sul fatto che Alessandro Impagnatiello «ci avesse mentito a entrambe». Poi, durante l'ultimo incontro avuto con Impagnatiello, lui aveva risposto in maniera «evasiva» alla domanda su dove fosse Giulia Tramontano, il cui corpo è stato trovato dai carabinieri a Senago, nel milanese.
A parlare ai carabinieri nella notte fra lunedì e martedì è l'altra fidanzata di Impagnatiello, arrestato per aver confessato l’omicidio di Giulia. Anche lei lavorava all’Armani Bamboo Bar di Milano e aveva da qualche tempo una relazione con Impagnatiello.
Entrambe le donne, però, non erano al corrente della doppia vita del barman. La cameriera dell’Armani Bamboo Bar, insospettita dalle bugie del fidanzato, ha deciso di contattare Giulia, dove aver visto durante un viaggio delle foto che lo ritraevano con una ragazza incinta.
Troppe le bugie raccontate. E per questo la cameriera aveva incontrato Giulia, che a sua volta aveva chiesto a Impagnatiello, senza successo, di raggiungerle per un confronto chiarificatore a 3. «Ma lui non lo fece - ha raccontato -. Anzi, se n'è andato dal lavoro. Poi io e Giulia siamo rimaste a parlare fino alle 18.45 circa ed entrambe ci siamo confidate e siamo convenute che Alessandro ci avesse mentito a entrambe».
Di fatto, è stata l’ultima a parlare con Giulia e la prima ad allarmarsi cercando di contattare i parenti. Dai riscontri degli investigatori, infatti, il bartender avrebbe ucciso Giulia subito dopo il rientro nella casa di Senago dove convivevano.
E davanti alle domande della cameriera, spaventata dal fatto che dopo il loro incontro «Giulia stava scrivendo messaggi in maniera diversa da quanto aveva fatto in precedenza», Impagnatiello aveva risposto in modo «strano» e «arrampicandosi sugli specchi».

Alessandro Impagnatiello avrebbe tenuto nascosto il corpo di Giulia Tramontano, la 29enne incinta uccisa sabato sera, stando alla sua versione, prima in un «box», dove ha tentato di bruciarlo con della benzina, poi in una «cantina» e infine nel «bagagliaio» della sua auto «fino alla notte di mercoledì quando decido di gettarlo, intorno alle ore 2.30 del mercoledì in quel posto che già conoscevo dove poi è stato rivenuto», la scorsa notte.
Lo si legge nel verbale della confessione del 30enne, su cui, però, inquirenti e investigatori dovranno fare approfondimenti e su multi aspetti, compresa questa dinamica da lui raccontata dell’occultamento del cadavere.