POLEMICA
Giorgia Meloni: "Giambruno? Non ne parlo più, ma non c'è politica". Pier Silvio Berlusconi: "Non ne sapevo nulla"
Ricci smentisce "i complottardì"
Giorgia Meloni taglia corto: «Non voglio più parlare di questo». Cioè dei fuorionda di Striscia la notizia, della vicenda Giambruno, di quel tweet d’addio al compagno con parole dure e definitive: «Finisce qui». E soprattutto non vuol dare ossigeno a chi, nella dinamica della vicenda e in quelle poche righe del post, scorge un risvolto politico: «Non c'è», risponde lei, l’espressione dura, i nervi tesi. C'è una guerra in Medio Oriente, ci sono migliaia di morti, e la presidente del consiglio è volata in Egitto, al Cairo, per un vertice internazionale di pace. I problemi personali di un leader politico non possono trovare spazio: si discute del fronte di guerra fra Hamas e Israele, del rischio di un’invasione della Striscia di Gaza, di un’escalation militare dalle conseguenze imprevedibili. Però la fine della relazione col compagno non è una vicenda da tinello, non è una questione solo di casa. Non è mera vita privata. Ne parla la stampa internazionale. C'è il rischio che abbia affetti sugli equilibri della coalizione di governo. La goccia che fa traboccare il vaso sono i fuorionda di Striscia la notizia, che è un programma Mediaset, azienda della famiglia Berlusconi. Un aspetto che non passa inosservato.
E infatti fioccano i retroscena, che intrecciano i provvedimenti del governo meno graditi a Forza Italia, incontri che Meloni avrebbe avuto con Pier Silvio Berlusconi, i tempi scelti per la messa in onda. Anche se, nelle ultime ore, la premier ha avuto una telefonata con Pier Silvio Berlusconi. «Non sapevo nulla di Striscia, altrimenti te l’avrei detto», le ha assicurato l’amministratore delegato di Mediaset. E anche la mente di Striscia, Antonio Ricci, ci ha scherzato su: «Ricostruzioni mirabolanti, complottarde, a volte incredibili, ma tutte divertenti. La cosa che mi ha più stupito di tutto è che sl 90% dei giornali sembra impossibile che possa esistere qualcuno che prende iniziative di testa sua e non sia un mero ventriloquo. Un’anomalia da censurare». Però quel tweet di addio a Giambruno qualche spazio alle interpretazioni lo lascia. In quelle poche righe, Meloni ha scritto tutte le parole più difficili, più faticose. Ma poi, in una coda al veleno, in un Ps., si è rivolta a «tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa». Un’allusione non può cadere nel vuoto. In Egitto, dopo il summit, Meloni esce per una chiacchierata con i giornalisti.
La domanda sullo stato d’animo è inevitabile: «Sto bene, sto molto bene - risponde lei - Faccio il mio lavoro come sempre». Poi fa per andare via, ma c'è da chiarire quel post scriptum. A quel punto, il tono della premier si fa spazientito, se non innervosito: nel tweet «non c'è una parte politica - risponde - Di questo non voglio più parlare, non so cosa non sia chiaro del fatto che non voglio più parlare di questo». Anche il vicepremier Antonio Tajani, leader di Fi, allontana i dubbi: «Non bisogna mai strumentalizzare fatti che riguardano la vita privata dei politici perché sempre di vita privata si tratta». A modo suo, lo fa anche Ricci. Il suo racconto è sul filo del sarcasmo: dopo aver visto la «beatificazione» di Giambruno sul settimanale Chi, «con la foto in un campo di grano» e «il cuore gitano, ho pensato di utilizzare l’antidoto. Da una fortunosa pesca estiva, avevo due fuorionda del giornalista in frigo. Li ho usati». Al di là dei retroscena che tirano indirettamente in ballo manovre azzurre sulla premier, Forza Italia procede nella rimodulazione post Berlusconi. Con due novità votate all’unanimità in segreteria: la partecipazione diretta degli iscritti ai congressi e una «svolta all’insegna del rigore finanziario». Il vertice azzurro, guidato da Tajani, ha messo dei paletti ai morosi, con la possibilità che decadano dagli incarichi e che non possano essere candidati.