guerra

Eventi filo-russi in Italia: Modena revoca la sala, a Lucca un hotel toglie spazio a Dugin, ideologo di Putin

Si chiude, almeno a Modena, il caso dell’evento filorusso che avrebbe dovuto essere ospitato in una sala civica. La Giunta del Comune, su richiesta del sindaco Dem, ha revocato la concessione della sala per un appuntamento dedicato alla «ricostruzione» di Mariupol. Il primo cittadino Gian Carlo Muzzarelli chiama in ballo - dopo il polverone che ha fatto intervenire anche l’ambasciata ucraina a Roma - l’articolo 11 della Costituzione che definisce l’impegno dell’Italia a ripudiare la guerra. Gli organizzatori, l’associazione culturale 'Russia Emilia-Romagnà, reclamano la violazione dell’articolo 21, la libertà di pensiero e parola. A Lucca caso simile, un hotel ha revocato la disponibilità di una sala per un evento che avrebbe ospitato un evento con ospite - in collegamento - l'intellettuale russo Aleksandr Dugin, ideologo di Putin.
A Modena la polemica era stata sollevata per la mostra/conferenza «Mariupol - La rinascita dopo la guerra», in cui gli organizzatori definivano Mariupol la «città-simbolo della rivolta popolare del Donbass contro la giunta di Kiev» e ancora, «città martire dell’occupazione banderista (i nazionalisti ucraini, ndr) durata otto anni» che «affronta ora un veloce processo di ricostruzione sotto l’egida delle istituzioni della Federazione Russa di cui è divenuta parte integrante». Pd, e non solo, in rivolta. Tanto che il sindaco, dem anche lui, aveva subito preso le distanze. Poi l’ambasciata ucraina a Roma aveva sottolineato che il ministero degli Affari Esteri d’Ucraina considerava l’evento «una provocazione russa», chiedendone ufficialmente la cancellazione. La revoca della sala civica è arrivata oggi. Nella delibera si sottolinea come l'iniziativa, nonostante gli impegni sottoscritti dall’associazione, «assume le caratteristiche di una manifestazione di aperto sostegno alla guerra d’invasione intrapresa dalla Russia nei confronti dell’Ucraina e quindi in contrasto con l’articolo 3 dello Statuto comunale», oltre che gli argomenti in contrasto «con l’articolo 11 della Costituzione».
Gli organizzatori respingono tutto ciò al mittente, accusando sostanzialmente l’amministrazione comunale di Modena di censura e puntando il dito contro Kiev e la sua «offensiva squadristico-mediatica». L’associazione Russia Emilia-Romagna sostiene che Kiev ha basato le sue pressioni su una 'fake news' promossa da organismi di informazione ucraini consistente nell’affermare che il «Comune di Modena» avrebbe concesso il patrocinio alla conferenza/mostra, congiuntamente al Consolato della Federazione Russa di Milano. Tutto falso. Per l'associazione si vuole impedire «che il popolo italiano abbia accesso a informazioni reali, in grado di smascherare definitivamente l’opera di demonizzazione perpetrata contro la Federazione Russa».
Soddisfatti, fra gli altri, per la revoca i Radicali italiani, che però comunque il 20 saranno in piazza a Modena per «dire basta alla propaganda putiniana», perché è in atto in Italia «una campagna criminale» che «va contrastata».
In Toscana, a Lucca, ci sono in questi giorni polemiche per un caso simile anche se in questo caso la sala per l’evento finito nel mirino era quella «privata» di un albergo. Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, l’associazione Vento dell’est proponeva un evento con il filo-Putin Aleksandr Dugin. Dopo una valanga di mail di proteste l’hotel ha fatto retromarcia.