Il caso
Liquidazione giudiziale per Ki Group. L'azienda che era stata guidata dalla Santanchè
Il tribunale fallimentare di Milano ha disposto la liquidazione giudiziale, ossia il fallimento secondo le vecchie procedure, di Ki Group srl, una delle società del gruppo del bio food che era guidato dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè, poi uscita dalla compagine societaria. I giudici hanno accolto la richiesta della Procura di Milano. La società aveva chiesto l’ammissione al concordato semplificato.
La Santanché: "Nella società avevo un ruolo marginale"
«In relazione all’apertura della liquidazione giudiziale della società Ki Group s.r.l., ed alle conseguenti notizie apparse su talune testate giornalistiche in riferimento ad un asserito caso Santanchè, intendo precisare che in detta società ho avuto tempo addietro un ruolo del tutto marginale ed oggi non ne ho alcuno». Lo dice la ministra Daniela Santanché. «Le notizie secondo cui Ki Group farebbe (od avrebbe fatto) 'capo a mè forniscono dunque una rappresentazione non vera dei fatti e paiono ispirate esclusivamente dalla volontà di screditare la mia immagine personale e la reputazione della carica che ho l’onore di ricoprire»
"La società ha un passivo di più di 8,5 milioni di euro"
Ki Group srl è in «uno stato di definitiva incapacità» di «fare fronte regolarmente alle proprie obbligazioni», non ha «più credito di terzi e mezzi finanziari propri» ed ha un «passivo esposto in ambito concordatario di 8.625.912,96 euro». Lo scrive il Tribunale fallimentare di Milano nella sentenza con cui ha disposto la liquidazione giudiziale della società del gruppo del bio food, che era guidato dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè, poi uscita dalla compagine societaria.
Lo «stato di insolvenza», spiegano i giudici, che hanno accolto la richiesta della Procura guidata da Marcello Viola e fissato l’adunanza dei creditori per il 7 maggio, si desume da vari elementi, tra cui «la conseguente impossibilità con l'attivo e il patrimonio societario di pronto realizzo a far fronte al passivo esposto in ambito concordatario di 8.625.912,96», il «mancato deposito del bilancio al 31.12.2022» e «l'emersione già nel bilancio al 31.12.2021 di una perdita di esercizio di € 11,8 milioni circa e di un patrimonio netto negativo di 9,6 milioni circa».
Come ricostruiscono i giudici nella sentenza, Ki Group per salvarsi puntava su almeno circa 1,5 milioni di euro che dovevano arrivare dalla capogruppo Bioera, che nel frattempo, però, ha chiesto di accedere alla procedura di composizione negoziata della crisi. «Le conseguenze dell’ingresso di Bioera spa in composizione negoziata - si legge - sono particolarmente rilevanti nel presente giudizio in quanto comportano prioritariamente la necessità per Bioera spa di affrontare la propria crisi a beneficio del proprio ceto creditorio (...) con riflesso inevitabile di attuale ed insuperabile incertezza sulla sostenibilità del risanamento di altra società», ossia di Ki Group.