Giustizia

La Cassazione mette un punto fermo sul saluto romano: "Vale la legge Scelba". Processo bis per 8 militanti di estrema destra

Per il saluto romano va contestata la legge Scelba sull'apologia del fascismo e in particolare l'articolo 5. In sintesi starà all'accusa dimostrare il pericolo di ricostituzione del partito fascista, cosa possibile se si tratta di una cerimonia collettiva, ma non per un gesto individuale.  E’ la decisione delle sezioni unite della Cassazione che hanno disposto un processo di appello bis per otto militanti di estrema destra che avevano compiuto il saluto nel corso di una commemorazione a Milano nel 2016.

Il parere del legale: "Può violare la legge Scelba e la legge Mancino"

«In attesa di leggere le motivazioni, la decisione della Cassazione può essere riassunta così: perché il saluto romano costituisca reato per la legge Scelba deve essere associato alla sussistenza del pericolo concreto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e, a determinate condizioni, il 'saluto fascista' può integrare il delitto previsto dal decreto Mancino. I due reati possono concorrere e ciò significa che con lo stesso gesto possono essere violate sia la legge Scelba che il decreto Mancino». Così l’avvocato Francesco Romeo commenta la decisione delle Sezioni Unite della Suprema Corte.

«Alla luce di quanto premesso - aggiunge - la sentenza di Milano è stata annullata per difetto di motivazione, nel nuovo giudizio di appello si dovrà valutare se si siano verificate quelle condizioni per le quali, secondo le sezioni unite, il saluto romano costituisce reato secondo l’art. 2 del decreto Mancino».

I legali dell'Anpi: "Sentenza fondamentale"

«E' una presa di posizione molto significativa assunta al massimo livello possibile, cioè dalle Sezioni unite della Cassazione». A dirlo l’avvocato Emilio Ricci, vice presidente dell’Anpi, in merito alla decisione sul saluto romano. «E' molto importante perché fa chiarezza su questi profili che da tempo abbiamo segnalato - ha aggiunto - Adesso vengono stabiliti alcuni criteri fondamentali che distinguono i saluti romani come espressione individuale da quelli di carattere generale con più persone che richiamo tutti i segni e rituali di tipo fascista e che possono essere letti come ricostituzione del partito fascista». Per Ricci è «ancor più importante per quanto riguarda il recente caso di Acca Larentia su cui l’Anpi ha presentato un esposto-denuncia. L'augurio - ha concluso - è che la Procura proceda, per i responsabili, per violazione della legge Scelba e Mancino».

Il legale degli imputati: "Non è reato se non costituisce un tentativo di ricostituire il partito fascista"

«La decisione della Cassazione sancisce che il saluto romano non è reato a meno che ci sia il pericolo concreto di ricostituzione del partito fascista così come previsto dall’articolo 5 della legge Scelba, oppure ci siano programmi concreti e attuali di discriminazione razziale o violenza razziale così come previsto dalla legge Mancino». E' quanto afferma l’avvocato Domenico Di Tullio, difensore di due degli otto imputati per i quali la Cassazione ha disposto un processo di appello bis per aver fatto il saluto romano durante una commemorazione.

«Se mancano sia il tentativo di ricostituzione o programmi di discriminazione ovviamente non è reato - sostiene l’avvocato - La cerimonia del 'presente' quindi si può fare solo quando è un atto commemorativo come nel caso specifico. Nel caso di Acca Larentia e nelle migliaia di commemorazione fatte in Italia negli ultimi 70 anni, il saluto romano non è reato. Toccherà alla magistratura dimostrare in concreto il contrario, senza fare chiacchiere. Perché in Italia non si puniscono le opinioni».

La Russa: "La sentenza si commenta da sola"

Da avvocato il presidente aveva dichiarato che «attendeva con interesse di conoscere l’esito della imminente decisione a sezione riunite della Cassazione» perché riteneva «occorresse chiarezza». Oggi non parla e si limita a far sapere che la decisione della Cassazione che annulla la sentenza della corte di appello e dispone nuovo processo «si commenta da sola"». E’ quanto si apprende da fonti vicine al presidente La Russa sulla decisione delle sezioni unite della Cassazione che hanno disposto un processo di appello bis per 8 militanti di estrema destra che avevano compiuto il saluto durante una commemorazione a Milano nel 2016.

Casa Pound: "Continueremo a fare il saluto romano"

«Certo, continueremo a fare il saluto romano». Così il portavoce di Casapound, Luca Marsella, commenta all’ANSA la decisione della Cassazione di sanzionare il gesto fascista in base alla legge Scelba. «Come già ribadito - aggiunge -, noi continueremo a organizzare e a presenziare Acca Larentia».