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Eredità di Gucci: a processo l'ex compagna di cella di Patrizia Reggiani

Andrà a processo con altre tre persone Loredana Canò, l’ex compagna di cella di un tempo poi diventata amica e assistente di Lady Gucci, imputata a Milano per la vicenda della gestione del patrimonio di svariati milioni di euro che la madre Silvana Barbieri ha lasciato in eredità alla vedova dell’imprenditore e mandante del suo omicidio. Vicenda per cui l’avvocato Maurizio Giani, legale della signora Barbieri, morta ultranovantenne nel 2019 e che da lei era stato nominato esecutore testamentario, è stato invece assolto con formula piena al termine del processo in abbreviato.
A deciderlo è stato oggi il gup Alberto Carboni che ha pure prosciolto Marco Riva, attuale presidente del Coni Lombardo, con la formula «perché il fatto non costituisce reato». Il dirigente, assistito dagli avvocati Stefano Toniolo e Daniela Mainini, è il solo ad uscire dal procedimento con un non luogo a procedere. Per gli altri quattro il dibattimento si aprirà il prossimo 6 giugno davanti alla settima sezione penale del Tribunale: oltre a Canò, sono stati rinviati a processo Marco Chiesa, ai tempi consulente finanziario della madre della vedova di Maurizio Gucci, Mario Wiel Marin e Marco Moroni. Le accuse a vario titolo sono circonvenzione di incapace aggravata, furto, peculato e corruzione per l’esercizio della funzione.
Per il caso dell’eredità di Patrizia Reggiani, condannata a 26 anni, di cui 17 trascorsi a San Vittore, per l’assassinio del marito ucciso nel '95, nel giugno dell’anno scorso Daniele Pizzi, ex amministratore di sostegno di Reggiani, e Maria Angela Stimoli, presunta «prestanome», hanno patteggiato 2 anni di reclusione il primo e 10 mesi e 20 giorni la seconda (pena sospesa per entrambi).
Secondo la ricostruzione della Procura, gli imputati approfittando dello stato di fragilità psichica di Patrizia Reggiani, «affetta da sindrome post frontale» conseguenza di un tumore al cervello asportato nel '92, avrebbero tentato di mettere le mani sul suo ingente patrimonio. Loredana Canò, per i pm avrebbe convinto la Reggiani a «fare la guerra alle figlie" Alessandra e Allegra, escluse come parti civili, per poter gestire il vitalizio ottenuto dal marito Maurizio Gucci. La donna si sarebbe installata a casa della vedova di fatto gestendo i suoi rapporti con l’esterno e inducendola a far subentrare come suo amministratore di sostegno l’avvocato Pizzi. Il quale avrebbe poi autorizzato operazioni «non nell’interesse di Reggiani bensì proprio e dei sodali». Accusa questa che il legale ha sempre respinto.
Il consulente finanziario Marco Chiesa, invece, sarebbe stato suggerito da Canò e Pizzi alla Reggiani per la gestione delle sue società. La ex compagna di cella, poi, risponde anche di un furto di gioielli avvenuto nel 2017 a casa Reggiani. Tra le accuse c'è quella di peculato per 15.000 euro in contanti provenienti dal canale tv Discovery+ per una intervista alla signora Gucci.
L’avvocato Giani, infine, accusato di circonvenzione di incapace sia della madre sia della figlia è stato assolto con le formule «perché il fatto non sussiste» e «per non aver commesso il fatto». Le motivazioni saranno depositate in 30 giorni.