a 80 anni dalla strage
Il presidente tedesco a Marzabotto: "A nome del mio Paese oggi vi chiedo perdono". E partono un lunghissimo applauso e "Bella Ciao"
«Siamo qui oggi uniti nel dolore, ma anche in profonda amicizia. Fivizzano, Marzabotto, le Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema, Civitella, in tutte queste località le truppe naziste perpetrarono crimini disumani in Italia, accecate dall’odio e dal fanatismo. Questi luoghi ne rappresentano tanti altri meno noti, che soprattutto in Germania sono quasi sconosciuti. Anche per questo sono qui oggi. Cari ospiti, oggi sono qui davanti a Voi come Presidente Federale tedesco e provo solo dolore e vergogna. Mi inchino dinnanzi ai morti. A nome del mio Paese oggi Vi chiedo perdono». Lo ha detto il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier alla commemorazione dell’ottantesimo anniversario dell’eccidio di Marzabotto. Lo ha detto il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier alla commemorazione dell’ottantesimo anniversario dell’eccidio di Marzabotto.
Un lunghissimo applauso, ritmato e continuato, con tutti i partecipanti alla commemorazione dell’80/o anniversario della strage di Monte Sole e Marzabotto in piedi, ha accompagnato il passaggio dell’intervento del presidente della Repubblica federale tedesca. Al termine delle parole del presidente tedesco e della commemorazione, la banda municipale ha fatto partire le note di 'Bella Ciao'.
«In quei giorni d’autunno del 1944, gli uomini delle SS uccisero come se fossero assetati di sangue. Rinchiusero le persone nelle case e vi gettarono dentro bombe a mano. Diedero fuoco a stalle, case, chiese, cappelle. Non dimostrarono nessuna pietà, nessuna umanità, neppure per donne, sacerdoti, uomini anziani. E neanche per i bambini, così tanti bambini. Cinque giorni durò il massacro. Furono cinque giorni d’inferno».
«Cari familiari, cari discendenti, che io possa parlare qui oggi è possibile solo perché Voi tutti avete concesso a noi tedeschi la riconciliazione. Che preziosissimo dono! Questa riconciliazione la vivete molto concretamente qui a Marzabotto e nei comuni limitrofi. Nella Vostra Scuola di Pace, in stretto scambio con giovani tedeschi, nel gemellaggio con Brema-Vegesack e nella sua Scuola Internazionale di Pace» ha continuato.
«Avere Voi tutti, avere Lei, un convinto europeista, al mio fianco, caro Presidente Mattarella, mi infonde speranza. I nostri due Paesi sanno che la democrazia,
anche dopo essere stata conquistata, non è mai scontata. Sappiamo che la libertà e la democrazia vanno protette e difese, che un nazionalismo eccessivo porta alla guerra».