Regali di natale

Regali di cuore, c'è il regalo di circostanza e il dono, che è gratitudine

Maria Teresa Gaggiotti

«Non voglio adulare, ma che l'altro mi accolga con affetto»

Il dono non è per forza un oggetto: può essere lo stare insieme, una telefonata, una lettera

Sei giorni a Natale: il tempo dei regali. Il Natale è annunciato presto dalle luci colorate che compaiono in anticipo già tra le nebbie ritrovate di novembre. L’attesa viene percepita come lunghissima ed il tempo è una condizione divorata da stressanti corse. Per evitare la “corsa ai regali” si sceglie di correre partendo dal “girone” migliore: quello che fa risparmiare tempo e denaro.

Ma cosa significa regalare? Fare un regalo è - etimologicamente - «rendersi preziosi agli occhi del Re» con un tributo di sudditanza. Regalare diventa quindi un atto di riconoscimento all’altro che può essere “dovuto” - ed allora un po’ faticoso - ma anche attingere ad un sentimento di apertura e di riconoscimento che nell’altro c’è qualcosa per noi, di prezioso .
Tra il tributo di sudditanza al Re e l’apertura al dono, ci sta la gratitudine: un sentimento profondo che si basa su uno spazio interno dove le difese si abbassano nell’incontro con l’altro che non voglio adulare ma che, desidero, mi accolga nel suo cuore.
Ci dividiamo tra chi preferisce dare e chi preferisce ricevere, o meglio tra chi riconosce che il dare o il ricevere è un elemento più o meno sintonico a sé stessi. C’è anche chi non sente il dono in modo simbolico e non ama né regalare né ricevere regali per le occasioni rituali.

Ricordiamo Christmas Carol (il «Canto di Natale», celebre racconto di Charles Dickens) dove l’avaro Scrooge non riesce a donare fino a che la consapevolezza della solitudine non lo trasforma e il donare diventa il nutrimento delle relazioni affettive.
L’accogliere un dono implica un tempo di accoglienza; quando si riceve veramente non si restituisce subito il dono con un dono, ma si sta nel pensiero dell’altro. Accettare e ringraziare, sperimentando la gratitudine, ovvero la sospensione del desiderio di ricambiare.

Si dice “basta il pensiero”, ma è proprio quello, il pensiero, che è un progetto di gratitudine, ad essere sacrificato nella corsa agli acquisti. Si regala non il pensiero ma, per “andare sul sicuro” denaro o buoni spesa. Ed è un po’ per evitare che il pensiero si sbagli, che il dono non sia accolto e gradito e che dimostri che no, non è bastato il pensiero. È proprio l’essere pensati che apre uno spazio di condivisione dove il dono rappresenta un modo per appartenere al mondo degli affetti di altri esseri umani che si incontrano, ed il dono non è necessariamente un oggetto materiale, può essere lo stare insieme, una telefonata o una lettera di auguri.

Anche la sorpresa del regalo è, dal punto di vista psicologico, un elemento di apertura: sono sorpreso perché non sono preparato, non sono pronto alla formalità, ho deposto l’armatura, accetto di accogliere l’altro che arriva ed entra nella mia casa dove magari ancora non ho aggiunto un posto a tavola, ma lo faccio come posso.
La sorpresa, quando la si accetta, è sintonica ed emozionante, mentre quando non la si accetta è vissuta come una mancanza di riguardo.

Possiamo sorprenderci anche di noi stessi quando il dono è una tensione che ci fa stare bene, soprattutto con noi stessi, nel desiderio di vicinanza con l’altro.
Anche il semplice atto di fare l’elemosina è contrastato da un sentimento ambivalente che ci impedisce di metter mano al portafogli, Ma quando lo facciamo ci sentiamo più leggeri e forse pensiamo che va bene così, senza domandarci quale è il reale utilizzo che ne farà chi ci chiede un soldo.

Ed allora forse possiamo sospendere il giudizio, il razionale, e non ascoltare chi, fuori o dentro di noi, ci dice che non si deve essere buoni solo a Natale o che fare l’elemosina non è dignitoso, che è un esercizio di consumismo, o tanti altri pensieri che ci bloccano.
Possiamo semplicemente donare gustandoci questa leggerezza del cuore perché ci fa bene e basta. In fondo, come diceva una vecchia pubblicità, il Natale quando arriva arriva.



Maria Teresa Gaggiotti
Psicologa psicoterapeuta dell'Ausl di Parma.