il caso
TikTok si spegne in Usa, Trump valuta una proroga di 90 giorni. Perplexity AI presenta offerta di fusione
TikTok si avvia a entrare nella storia americana come la prima piattaforma online a essere vietata dalla legge. A meno di un intervento dell’ultima ora da parte di Joe Biden, la popolare app usata da 170 milioni di americani si spegne dal 19 gennaio negli Stati Uniti. Ma lo stop potrebbe essere temporaneo, forse solo di 24 ore: Donald Trump potrebbe infatti sospendere il divieto per 90 giorni già il 20 gennaio, giorno del suo insediamento.
Una proroga di 90 giorni «è certamente un’opzione che prenderemo in considerazione. Dobbiamo esaminarla. Se deciderò di farlo, lo annuncerò lunedì», ha detto il presidente eletto con Nbc. Un’estensione di tre mesi è un’ipotesi consentita dalla legge se si verificano specifiche condizioni. Nonostante questo l'app potrebbe essere costretta a oscurarsi a meno di un intervento dell’ultima ora di Joe Biden.
Perplexity AI ha presentato a Bytedance un’offerta di fusione con TikTok Us. Lo riporta Cnbc citando alcune fonti, secondo le quali il piano prevede che gli esistenti investitori di Bytedance possano mantenere una quota nella società che nascerebbe dall’unione.
Perplexity AI è una società di intelligenza artificiale che compete con OpenAI e Google, e che è stata lanciata nel 2024 con una valutazione di circa 500 milioni di dollari. Alla fine dello scorso anno la sua valutazione era di 9 miliardi.
In un appello in extremis all’attuale Casa Bianca, l’app ha chiesto chiarezza: deve assicurare che non attuerà la legge altrimenti «ci oscureremo da domenica», ha detto invitando l'amministrazione a dire espressamente come intende muoversi. La legge entra in vigore domenica e la squadra di Biden ha rilasciato dichiarazioni contrastanti. Inizialmente ha infatti detto che il presidente non ha l’autorità per concedere più tempo all’app senza «un piano credibile» per la sua vendita. Successivamente, però, ha precisato che, data la tempistica della legge, la sua «attuazione spetta semplicemente alla prossima amministrazione». Una posizione che, secondo TikTok, non è chiara e non offre alcuna rassicurazione a Apple, Google e agli altri provider, chiamati a rimuovere l’app dai loro negozi online con l’entrata in vigore della norma approvata dal Congresso.
Il divieto di TikTok scatta alla vigilia dell’insediamento di Trump ed è uno dei primi temi che il presidente-eletto affronterà una volta entrato alla Casa Bianca. L’app è stata uno dei temi al centro del colloquio che il tycoon ha avuto con il presidente cinese Xi Jinping, e l’amministratore delegato di TikTok sarà alla cerimonia per l’insediamento di Trump in programma. Una presenza che, secondo molti osservatori, è una prova di forza contro l’amministrazione Biden, con la quale il braccio di ferro va avanti da mesi a suon di azioni legali e ricorsi arrivati fino alla Corte Suprema. I saggi hanno stabilito che la legge può entrare in vigore perché sostenuta dalle «preoccupazioni di sicurezza nazionale relative alle pratiche di raccolta dati di TikTok e alla sua relazione con un avversario straniero». Il timore in sostanza è che i dati degli americani raccolti da TikTok, controllata dalla cinese ByteDance, finiscano in mano al governo di Pechino.
Inizialmente favorevole al divieto previsto dalla legge, Trump nel corso dei mesi ha cambiato posizione schierandosi a favore di un salvataggio della app, risultata determinante nella sua vittoria, soprattutto tra i giovani. Invitando a rispettare la decisione della Corte Suprema, il presidente-eletto si è fatto carico del caso TikTok. «Deciderò io», ha detto. Una delle strade percorribili per Trump è un ordine esecutivo che consenta a TikTok di continua a operare mentre si cerca un acquirente. Nelle ultime settimane una delle ipotesi emerse era quella di un’acquisizione da parte di Elon Musk, il 'first buddy' di Trump e visto di buon occhio dalla Cina. Il miliardario ha infatti uno stabilimento Tesla nel paese e il mercato delle auto elettriche cinesi è uno dei più importanti per la sua società.