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Il femminicidio secondo gli incel: come un “sub” uccide una “normie”
I forum online commentano il femminicidio Campanella facendo emergere un sottobosco di odio per le donne, ritenute emblema di una società che classifica ed emargina
Quando Sara Campanella, 22 anni, è stata uccisa a Messina con tre coltellate, tra cui una fatale alla gola, da Stefano Argentino, 27 anni, che da oltre due anni la perseguitava, alcune frange della comunità incel hanno considerato l'evento prevedibile.
Gli incel, acronimo di "involuntary celibates" (celibi involontari), sono membri di una sottocultura online che attribuisce la propria condizione di solitudine sentimentale e sessuale all'essere considerati non attraenti dalla società.
Secondo queste comunità, il femminicidio della giovane tirocinante infermiera sarebbe la conseguenza naturale della dicotomia di "sub" di Argentino e di “normie” di Sara Campanella.
Nel gergo incel, "sub" indica un individuo percepito come esteticamente inferiore, mentre "normie" si riferisce a una persona con una vita sociale considerata normale e priva di consapevolezza riguardo alle dinamiche sociali che, secondo gli incel, privilegiano l'attrattività fisica. In questo contesto, Sara rappresentava tutto ciò a cui un “sub”, in questo caso Stefano Argentino, aspira ma che non potrà mai ottenere, poiché, secondo la visione incel, le "normie" sono interessate esclusivamente ai "chad", uomini considerati attraenti e vincenti dalla società .
A questo riguardo la vita di Argentino, secondo gli incel, incarnava una biografia esemplare: considerava Sara, la “normie”, la sua “one-itis”, ovvero la donna verso la quale sviluppare un’ossessione patologica, durata oltre due anni. Un’ossessione cieca e rabbiosa, accecata dalla consapevolezza che Sara non avrebbe mai voluto una relazione con un lui, il “sub”. Rifiuto sancito numerose volte negli audio lasciati ad Argentino dalla ragazza «Lasciami stare, te lo dico da un anno».
Sara poi, come preannunciato dagli incel, avrebbe sancito con la sua vita tutto ciò che di sbagliato esiste nella società. Era colpevole di essersi fidanzata con un “chad”, Antonino Fricano, colui che, in quanto considerato esteticamente attraente, aveva vinto nella gara di una società in cui le donne diventano conquiste, “normie” che sanciscono l’appartenenza alla società dei vincenti. Facendo così avrebbe irrimediabilmente fatto soffrire il “sub”, Stefano Argentino, causandone la vendetta omicida.
Per gli incel infatti Sara non era altro che l’emblema di una società che giudica e classifica, sceglie ed emargina. Una società che emargina i “brutti”, quelli come Stefano Argentino, e che per questo, viene punita.
A questo riguardo i commenti lasciati su di un popolare forum sull’argomento sono emblematici:
«Il suo tipo era un belloccio vero, se i ruoli fossero stati invertiti con quello che ci provava non si sarebbe parlato di omicidio ma di chiusura», ma anche «Avrà vissuto più lei in 22 anni che l'incel medio in tutta la sua vita. Il mio dispiacere lo riservo per altre circostanze». E ancora: «E della violenza psicologica dell'essere rifiutati da tutte? Di farvi schifo a pelle? Dobbiamo dispiacerci per esseri che fanno smorfie di ribrezzo alla nostra vista? Mi spiace ma non funziona così. No pompini = no empatia».