MEDICINA

Arriva l'insulina settimanale, da 365 iniezioni all'anno a 52

Una sola iniezione alla settimana invece di una al giorno. È una rivoluzione nel trattamento del diabete quella che parte dall’Italia, primo Paese al mondo a renderla disponibile gratuitamente per i pazienti. Una novità destinata a semplificare la vita di oltre 1,3 milioni di italiani che già convivono con punture giornaliere, ma utile anche a chi deve ancora iniziare la terapia e tende ad allungare i tempi per timore di dover affrontare quella che i pazienti definiscono «una schiavitù quotidiana».
L’insulina è un ormone necessario per la corretta assimilazione degli zuccheri. Nelle persone con diabete il corpo non riesce più a produrla o non ne produce a sufficienza, andando così a danneggiare cuore, reni, occhi e sistema nervoso.

La somministrazione di insulina compensa questa carenza, ma il ritardo nell’avvio della terapia riguarda ancora un paziente su tre. Inoltre non tutti seguono con continuità le indicazioni riguardo alla posologia che finora imponeva iniezione quotidiane. La nuova insulina settimanale, di recente approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco, permette di passare da 365 iniezioni l’anno a 52. Per Manuela Bertaggia, presidente dell’Associazione Italiana Diabetici (Fand) è «una rivoluzione per chi vive con il diabete, che può migliorare l’aderenza alle terapie» e di conseguenza diminuisce le complicanze collegate alla malattia. Ma ha anche un effetto positivo sull'ambiente perché riduce in modo significativo la produzione di rifiuti sanitari, come certificato da uno studio dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems). Secondo Riccardo Candido, presidente dell’Associazione Medici Diabetologi, si tratta della «prima grande innovazione terapeutica nel diabete da oltre un secolo».
«Il fatto che l’Italia sia stata il primo Paese al mondo a rendere disponibile questa innovazione a carico del Servizio Sanitario Nazionale conferma l’eccellenza del nostro sistema farmaceutico nel panorama internazionale», commenta il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato. Ma le diverse velocità nell’accesso ai farmaci nelle regioni italiane si riscontra anche nei confronti di questa nuova formulazione. «La Lombardia ha fatto da apripista - spiega la presidente della Società italiana di diabetologia (Sid) Raffaella Buzzetti - seguita da molte regioni, tra cui Lazio, Toscana, Emilia Romagna. Mentre altre, soprattutto al Sud, devono ancora avere l'ultimo via libera, come Sardegna, Sicilia, Calabria. Dobbiamo fare in modo che arrivi presto a tutti, colmando queste differenze».

Per semplificare la normativa e anche semplificare l’accesso ai farmaci da parte dei pazienti, il governo ha iniziato a lavorare a un testo unico sulla legislazione farmaceutica. «È partito pochi giorni fa l’iter - ha annunciato Gemmato - per un testo unico che vuole superare l’insieme composito di provvedimenti legislativi che si sono sovrapposti nel corso dei decenni. Provvedimenti spesso spot, adottati attraverso leggi finanziarie». Si tratta di un provvedimento di delega al governo e ha anche come obiettivo quello «di superare problemi di accesso al farmaco e diversità tra regioni», ha aggiunto. (