CORTEO

Carri armati di cartone, slogan contro Israele e Trump, "Palestina libera" e "Giù le mani dall'Iran": la manifestazione di Roma contro riarmo e guerre - Foto

E’ partito lentamente verso le 15 da piazzale Ostiense, diretto al Colosseo, il corteo nazionale contro il riarmo organizzato da diverse realtà tra cui Arci le cui bandiere aprono la manifestazione. Gran parte dei manifesti esposti è per la pace e per Gaza. «Only one choice, disarm the world». Dietro questo ed altri striscioni c'è il corteo contro il riarmo che da piazzale Ostiense è diretto al Colosseo. Ad aprire gli interventi il portavoce della comunità palestinese nel Lazio Yousef Salman che ha detto: «La Palestina continua a soffrire e a morire sotto gli occhi di tutti. È uno sterminio. Anche voi italiani quando siete stati occupati avete combattuto. Anche noi e anche noi avremo il nostro 25 aprile». Ne è seguito lo slogan «Palestina libera». 
Un carro armato, fatto con scatole di cartone, con la bandiera Ue, dato alle fiamme con dei fumogeni. E poi lo scoppio di petardi e la bandiera della Palestina messa a sventolare sulla statuta dell’imperatore Augusto ai Fori Imperiali. Dopo le 18 è terminato così il corteo "Disarmiamoli" a Roma, con Potere al Popolo, Usb, Cambiare Rotta e gli studenti palestinesi.

"Basta riarmo, il rischio è la guerra mondiale" 
«Noi siamo qui, molto contenti delle 500 adesioni alla manifestazione. Tutti i sondaggi dicono che la maggioranza dei cittadini è contro la guerra, per questo abbiamo costruito una convergenza così orizzontale. Noi siamo terribilmente preoccupati dal fatto che la legge del più forte sta sovrastando il diritto internazionale. Chi può attacca l'altro, fa genocidio e distruzione. Abbiamo organizzato questa mobilitazione quando l’Ue decise il piano di riarmo da 800 miliardi, poi in questi due mesi è successo di tutto: le folli richieste della Nato del 5% del Pil, il genocidio a Gaza che non si arresta, la guerra in Ucraina e ora l’ingiustificabile attacco unilaterale di Israele all’Iran. Siamo a rischio guerra mondiale. Se Trump interviene rischiamo davvero una guerra globale e ricordo che in Italia ci sono tante basi militari statunitensi». Lo afferma una delle organizzatrici del corteo contro il riarmo, Raffaella Bolini, vicepresidente Arci, arrivata in piazzale Ostiense dove tra poco inizierà il corteo.
Elena Mazzoni, della «Rete dei numeri pari» anche lei tra gli organizzatori, ricorda le quattro parole d’ordine della manifestazione: «No al riarmo, no alla guerra, no al genocidio e no all’autoritarismo. Attorno a questo nucleo di concetti abbiamo raccolto 500 sigle variegate, dalle realtà tradizionali del pacifismo e del femminismo fino ai sindacati. Tra i partiti hanno aderito Avs, M5s, Rifondazione Comunista. Il PD non ha aderito ma avremo dei singoli, tra chi Cecilia Strada, Marco Tarquinio, Arturo Scotto». In piazza sventolano bandiere della pace e bandiere arcobaleno, cartelli con su scritto «Stop Genocide» e un enorme striscione che recita «Palestina libera».

La manifestazione alternativa
Cartonati con Schlein e Von der Leyen soldatesse, slogan "Contro Guerra e riarmo" e "Contro il genocidio" e le note di Bella ciao. Così il corteo nazionale contro le guerre e per la Palestina, promosso da Potere al Popolo, Usb, Cambiare Rotta e il movimento degli studenti palestinesi, è partito da Piazza Vittorio a Roma.
Una manifestazione alternativa a quella organizzata dalla piattaforma Stop Rearm Europe. «Come Movimento Studenti Palestinesi in Italia e Associazione dei palestinesi in Italia, siamo nella piazza che non si gira dall’altra parte, che chiama Israele per quello che è: uno Stato coloniale, genocida e terrorista», hanno ribadito i palestinesi in testa al corteo. Manifesti e cori contro il governo e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e contro Israele. Ma anche contro la manifestazione della piattaforma Stop Rearm Europe. "Porta San Paolo piazza della Guerra", uno dei cartelli esposti dagli studenti che richiamava appunto il punt di raccolta dell’altra manifestazione. Tra i vari striscioni, quello con i volti di Meloni, Salvini, Draghi, Conte, Schlein, Tajani e Renzi, e la scritta "Nessuna delega a chi ha votato per la guerra".