Royal Courts of Justice
Murale di Banksy rimosso a Londra, scoppia la polemica sui social
È polemica nel Regno Unito per la rimozione del graffito realizzato da Banksy nei giorni scorsi su un muro laterale dell’edificio delle Royal Courts of Justice, nel cuore di Londra, dove era raffigurato un giudice in toga e con la tradizionale parrucca in testa intento a picchiare con un martelletto processuale un manifestante steso al suolo.
Fan, attivisti e decine di migliaia di persone sui social hanno duramente attaccato la decisione di eliminare l’opera dello street artist di fama mondiale, giustificata col fatto che la sede dell’Alta Corte e della Corte d’Appello di Inghilterra e Galles è considerata di interesse storico e quindi sotto tutela. Anche se, come molti sottolineano, la decisione appare più che altro politica, in quanto il murale era stato pensato con un evidente richiamo alle proteste contro la contestatissima messa al bando di Palestine Action, gruppo pro-pal inserito fra le «organizzazioni terroristiche» per volontà del governo laburista di Keir Starmer, e alle successive azioni repressive fra arresti in numero record e incriminazioni.
Il movimento di sinistra Occupy London si è scagliato contro l'esecutivo con un post in cui si afferma che «a differenza di Pilato, Starmer non si può lavare il sangue dei palestinesi dalle mani», riferendosi a una complicità tra il Regno e Israele impegnato nella rappresaglia a Gaza. Mentre il gruppo Banksy & Friends ha sì polemizzato sulla decisione di eliminare l’opera ma anche sottolineato che la sagoma ancora visibile sul muro, rimasta dopo la rimozione della vernice con un solvente, rende il graffito ancora più evocativo.