PESCARA
I video degli abusi su una 14enne finiscono nella chat di classe: orrore a Vasto
Quando è stato proiettato il video, la mamma è uscita dall’aula in lacrime. Le immagini delle violenze sulla figlia 14enne hanno fatto calare il silenzio e l'ombra dell’orrore tra i banchi del tribunale dei minorenni dell’Aquila. Alla sbarra due ragazzini, all’epoca dei fatti di 14 e 15 anni e oggi incriminati per violenza sessuale aggravata e riproduzione e diffusione di materiale pedopornografico. Secondo l’accusa avrebbero prima convinto la giovane a fumare uno spinello e poi l’avrebbero violentata riprendendo il tutto con i loro telefonini. Immagini finite poi nella chat di classe e sui social, rimbalzate da uno smartphone e l’altro devastando la vita della giovanissima che, ancora oggi - a due anni di distanza - porta su di sé i segni - fisici e psicologici - di un incubo senza fine.
La vicenda risale a due anni fa ma è tornata alla ribalta durante l’udienza che si è svolta a porte chiuse al tribunale per i minorenni dell’Aquila. In aula sono stati sentiti i primi testimoni e poi è stato proiettato uno dei video che incastrerebbero i due imputati. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, un’amichetta della vittima, all’epoca 13enne - e quindi non imputabile -, convinse la giovane a fumare marijuana e poi a seguirla a casa di due ragazzi, poco più che coetanei. Lì sarebbero avvenuti gli abusi da parte di uno dei due ragazzi mentre l’altro riprendeva la scena con il telefonino. La vittima era in uno stato di incoscienza, tanto da scoprire delle violenze solo dal video che nel frattempo era stato fatto circolare prima nella chat di classe e poi sui social.
Oggi, a distanza di due anni da quell'orrore, la giovane ha cambiato scuola e città, si è allontanata da tutto ciò che potesse in qualche modo ferirla ancora. «È completamente distrutta. Non ricorda nulla dell’accaduto, delle violenze subite - racconta il suo legale, Antonio Boschetti -. L’ha scoperto a scuola, il giorno successivo, quando le hanno detto di alcuni video che stavano iniziando a circolare nelle chat di classe e cosa contenevano. Oggi è ancora profondamente provata sia a livello psicologico che fisico». «È stata un’esperienza drammatica sia per i genitori che per la ragazzina - sottolinea l'avvocato -. La madre, davanti ai video mostrati in aula, non ha retto e si è allontanata in lacrime. La vittima, è attualmente in cura, seguita da un pool di professionisti ma l'accaduto ha segnato profondamente la sua vita».
Un altro episodio di violenze e abusi ha sconvolto invece la città di Cantù, in provincia di Como. I carabinieri, infatti, hanno dato esecuzione a una misura cautelare nei confronti di un 38enne di origini romene impiegato come operatore socio sanitario in una struttura per disabili. L’arresto è arrivato al termine di un’indagine avviata a partire da almeno tre denunce presentate da altrettante ospiti della struttura. Le donne - 20, 29 e 48 anni, tutte ritenute pazienti fragili - sarebbero state costrette lo scorso agosto a visionare film pornografici contro la propria volontà e a subire altri abusi da parte dell’uomo. I militari, inoltre, indagano anche sul presunto stupro di due delle tre pazienti.