ROMA

A Roma chiude anche l'edicola de 'Il Sorpasso'

Vicino al Vaticano, era aperta dal 1940. I gestori, 'che dolore'

(di Valentina Roncati) (ANSA) - ROMA, 30 SET - Era sorta nel 1940: il sor Lello andava con la sua mitica bicicletta a rifornirsi dei giornali che poi vendeva su un chiosco nel quartiere Prati, a due passi dal Vaticano ed è ha fatto da sfondo persino ad alcune scene de Il Sorpasso, il celebre film di Dino Risi con Vittorio Gassman che sfreccia al volante della sua Lancia. Ma sotto il peso del crollo del vendite dei giornali chiude anche lei, l'edicola di piazza Morosini, rilevata dal 2000 da Cesare Monti, classe 1979, romano doc, che l'ha presa in gestione da quando di anni ne aveva 21 anni, fresco di militare, e che per lei ha lavorato fino ad oggi, aiutato dalla mamma, la signora Gigliola Vecchini e dalla moglie Marina. Per salutarli gli abitanti del quartiere hanno organizzato una festicciola con tanto di caffè, torte preparate a casa e qualche lacrima di commozione. "La crisi forte è iniziata con il Covid - spiega Cesare - da allora i clienti hanno iniziato ad abbonarsi on line ai giornali che per pochi euro assicurano accessi annuali. Allora fummo chiusi tre settimane anche perchè ci ammalammo e con le vendite non ci siamo mai più ripresi. Mentre quando rilevai il chiosco era difficile trovarne uno disponibile e dovetti accontentarmi di prenderlo in affitto, oggi non si trova chi rilevi l'edicola o voglia comprare la licenza, il cui prezzo è letteralmente precipitato: se negli anni 2000 servivano 300mila euro, oggi ne bastano 12 mila e nessuno si presenta". Cesare, una vita di sacrifici - sveglia alle 4,30 perchè alle 5 i giornali arrivano, apertura anche il sabato e la domenica mezza giornata - ha trovato un altro lavoro: "finalmente avrò del tempo per me - dice - anche se qui lascio un pezzo di cuore: i libri, le riviste, i giornali, la lettura, mi sono sempre piaciuti un sacco e poi c'è il rapporto quotidiano con i clienti, centinaia ogni giorno, che ci hanno dimostrato tutto il loro affetto. Con loro ci scambiavamo consigli, ricette, chiacchiere: si chiude una pagina importante". Tra tasse per il suolo pubblico, le spese per l'assicurazione, il commercialista, il sindacato, la luce, la Tari e il calo a picco delle vendite, i conti non tornano più. "I primi anni gli affari andavano bene - racconta la signora Gigliola - e mio figlio è riuscito ad acquistare la casa in cui vive. Ma da tempo i lettori sono diminuiti: se un tempo vendevamo 80 copie de Il Messaggero, oggi non arriviamo a 30". Anche le figurine ed i gadget vari per i bambini non tirano più: "Le persone acquistano on line e per noi tutto questo è una rovina", spiega. Il governo ha previsto un contributo fino a 4 mila euro per chi tiene aperta una edicola "ma per ottenere 4 mila euro bisogna spenderne almeno 8mila - spiega Cesare - insomma, non ne vale più la pena". Solo quest'anno nel centro di Roma hanno chiuso 25 edicole. (ANSA).