SASSARI
Processo 8xmille, in aula focus su conti della Diocesi di Ozieri
Sassari, sentiti i finanzieri che indagarono sulla coop Spes
(ANSA) - SASSARI, 22 OTT - I conti della Caritas diocesana di Ozieri e della cooperativa Spes, controllata da Tonino Becciu, fratello del cardinale Angelo Becciu, i movimenti dei fondi 8 per mille e del Vaticano, i rapporti tesi fra l'ex arcivescovo di Ozieri, Sergio Pintor, e la famiglia dello stesso cardinale. Sono i temi approdati oggi nell'aula del Tribunale di Sassari dove si è svolta la seconda udienza del processo che vede imputati Tonino Becciu, il vescovo di Ozieri, Corrado Melis, e altre sette persone, accusati a vario titolo di peculato, riciclaggio, false dichiarazioni al pm e favoreggiamento, nell'ambito dell'inchiesta sul presunto uso a fini privati di oltre 2 milioni di euro dell'8xmille e di fondi vaticani destinati alla Diocesi ozierese. A deporre davanti al collegio dei giudici presieduto da Giancosimo Mura - a latere Monia Adami e Sara Pelicci -, rispondendo alle domande del pm Gianni Caria, e degli avvocati della difesa - Ivano Iai per gli imputati ecclesiastici e Antonello Patanè per gli altri -, sono comparsi il tenente colonnello della Guardia di finanza Pasquale Pellecchia e il luogotenente Marco Casu. Pellecchia, all'epoca delle indagini iniziate nel 2022 comandante del Nucleo di polizia economica finanziaria delle Fiamme gialle di Oristano, ha ripercorso le varie fasi dell'inchiesta, raccontando anche della "nota informativa riservata" scritta dall'ex vescovo di Ozieri, Sergio Pintor, in cui si lamentava delle forti ingerenze dei cardinali Bertone e Becciu nella gestione della Diocesi di Ozieri e della Caritas. Anche il luogotenente Casu ha illustrato in aula i riscontri delle indagini, soffermandosi in particolare sui movimenti di conti correnti bancari della Diocesi, della Caritas e della cooperativa Spes, con attenzione a un conto intestato alla Diocesi, in uso alla Caritas e con firma di Tonino Becciu. La difesa ha contestato le deposizioni e la documentazione prodotta, che, in base alle norme che regolano i rapporti tra lo Stato italiano e il Vaticano, non potrebbe essere ammessa al processo. Si torna in aula il 26 novembre prossimo per ascoltare altri testi. (ANSA).