BERGAMO

Chiesa piena a Strozza per l'ultimo saluto a Pamela Genini. Il parroco: "Uomini capaci solo di possedere, incapaci di amare"

Stefano Rottigni, inviato Ansa

I funerali nel paese d'origine della ragazza uccisa a Milano

Su Strozza, paese della Valle Imagna, nel Bergamasco, c'è un sole limpido, tiepido venerdì mattina, nel giorno dei funerali di Pamela Genini. D’altronde la ventinovenne uccisa a coltellate nella sua casa di Milano da Gianluca Soncin, il fidanzato che voleva lasciare è «un raggio di sole nei nostri cuori» spiega il parroco, don Luigi Carminati, durante la celebrazione in cui punta il dito contro gli uomini «incapaci di amare» che credono «la donna sia solo un oggetto».
Nella chiesa di Sant'Andrea apostolo, gremita, c'è la madre di Pamela, pallida, sembra rimpicciolita, avvolta nello scialle nero, accanto il suo compagno. Nel banco dietro i parenti. Quello di don Luigi sembra non solo una preghiera ma un anatema:
«O Signore, ti portiamo tutte le donne sfigurate dai flagelli dell’egoismo e della prepotenza di uomini capaci solo di possedere e incapaci di amare, il pensiero perverso di tutti coloro che ancora credono che la donna sia solo un oggetto di piacere, un’immagine da mostrare, merce di scambio e di guadagno, illudendole di incoronarle a reginette, ma con corone di spine, che violano l’identità. Signore, purifica il loro sguardo».
Prima che la bara bianca sia portata fuori dalla chiesa un organista intona Nothing Compares 2 U, resa nota da Sinead O'Connor, artista dalla vita travagliata.



«Non ci saremmo mai dovuti trovare in questa situazione e in questa tragedia. Cerchiamo di riflettere sull'accaduto e di estirpare il seme dell’odio», invita Alex Cuter, vicesindaco, che si è commosso prima che la salma della ragazza nella bara bianca fosse tumulata nel cimitero del paese della Bergamasca di cui era originaria.
«L'Amministrazione non ti dimenticherà mai - dice il vicesindaco coetaneo di Pamela - Anche nel paese potete trovare due panchine: vi invito a sedervi e pensare un attimo. Siamo persone umane e dobbiamo volerci bene. Ciao Pamela, Strozza non ti dimenticherà».
«Le piaceva il bianco - dice in chiesa la migliore amica di Pamela, Elisa, entrata in chiesa con un mazzo di fiori bianchi -. Era una ragazza piena di vita, solare, dolcissima e ha lasciato un grande vuoto». Come le altre amiche, Elisa è stata accusata dalla madre di Pamela di averla lasciata sola. «Spero di avere la possibilità di parlarle oggi», dice e poi osserva sull'assassino. «Vediamo Soncin cosa dice, quali altre bugie inventerà, visto che è sempre stato bugiardo. Siamo in buone mani, la dottoressa Menegazzo sta facendo tutto il possibile e siamo a completa disposizione. Adesso è il momento del dolore e di andare a pregare per lei».
«Chiedo giustizia per Pamela: questa persona deve pagare» spiega Nicole, un’altra amica. «E chiedo - continua - che non ci siano più queste violenze ogni giorno contro le donne. Bisogna fare qualcosa per prevenire queste violenze. Non quando la vittima ha già subito. Oltre a mettere l’ergastolo, lo Stato deve fare qualcos'altro. Non possono privare queste donne della loro vita, del loro lavoro e dei loro affetti. Quando trovi queste persone, non riesci più a eliminarle dalla tua vita».